Gio. Nov 21st, 2024
Giorgio de Chirico Il Figliuol prodigo, 1973. Olio su tela, 100 x 80 cm. Courtesy Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma.

Per la sua prima personale in un’istituzione pubblica italiana, Marc Camille Chaimowicz ha concepito un progetto espositivo legato alla storia e all’architettura del Palazzo dell’Arte – sede della Triennale di Milano – attraverso opere che rivelano affinità formali ed emotive con la più onirica tra le avanguardie storiche – la Metafisica – e con le esperienze artistiche che ne hanno raccolto l’eredità.

La Triennale di Milano, Ufficio Comunicazione e Relazioni Media

Giorgio de Chirico Il Figliuol prodigo, 1973. Olio su tela, 100 x 80 cm. Courtesy Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma.
Giorgio de Chirico
Il Figliuol prodigo, 1973.
Olio su tela, 100 x 80 cm.
Courtesy Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma.

Chaimowicz è un precursore dell’approccio multidisciplinare; a partire dagli anni Settanta, la sua pratica installativa e performativa ha anticipato l’attitudine, oggi molto diffusa, di coniugare arti visive con coreografia, regia e curatela. Aperto a commistioni con design, letteratura e teatro, l’artista ha dedicato interi corpus di opere a personaggi fondamentali per la sua formazione come, tra gli altri, Jean Cocteau, Jean Genet e Gustave Flaubert, figure della malinconia e della ribellione.

Partendo da Il Figliuol prodigo (1973) di Giorgio de Chirico, in cui un padre e un figlio sono dipinti in un interno spoglio e intriso di un’inquietudine irreale, la mostra segue un percorso circolare, caratterizzato da un senso di sospensione in cui prendono forma alcuni tra i modi espressivi più caratteristici nella ricerca dell’artista: dalla decorazione alla pittura, dall’installazione alla costruzione di ambienti.

All’intimità domestica di scrivanie reclinate si affiancano opere d’ispirazione architettonica come gli Arches (1975-2016) e la Two-Speed Staircase (1999-2016) dando vita a luoghi pervasi da un’atmosfera da sogno, a volte fisicamente inaccessibili, come in We Chose Our Words With Care, That Neon-Moonlit Evening; It Was As If We Were, Party To A Wonderful Alchemy (1975-2008), un’opera che si può intravedere solo attraverso fori in un sipario, o il misterioso Project For A Rural House (2003-2016), che immerge lo spettatore nelle atmosfere più meditative di un tempo immobile.

La Triennale di Milano e la Serpentine Galleries sono liete di dedicare due mostre a Marc Camille Chaimowicz. Dal 29 settembre al 20 novembre 2016, la Serpentine Galleries presenta Autumn Lexicon, un’opera installazione che ricrea un universo nebuloso e semidomestico ricollegabile all’architettura e alla storia della Galleria.

La Triennale di Milano è inoltre orgogliosa di annunciare la prima mostra personale del duo belga Jos de Gruyter & Harald Thys all’interno di una istituzione italiana. La mostra, che dialogherà serratamente con l’architettura del Museo, sarà curata da Francesco Garutti con la direzione artistica di Edoardo Bonaspetti. L’inaugurazione è prevista in gennaio 2017.

Marc Camille Chaimowicz (nato a Parigi nel dopoguerra, vive e lavora a Londra e in Borgogna) ha tenuto mostre personali in numerose istituzioni per l’arte contemporanea come Indipendenza, Roma (2016), Nottingham Contemporary, Nottingham (2011), Secession, Vienna (2009), De Appel, Amsterdam (2008) e Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo (2006). Il suo lavoro è stato esposto in molti musei e in esposizioni collettive internazionali, tra cui: “Question the Wall Itself”, Walker Art Centre, Minneapolis (2016); “Manifesta 10”, State Hermitage Museum, S. Pietroburgo (2014); “Portraits d’Intérieurs”, Nouveau Musée National de Monaco (2014); “Decorum”, Musee d’Art Moderne de la Ville de Paris – MAM/ARC, Parigi (2013) e “A Bigger Splash: Painting After Performance”, Tate Modern, Londra (2012).

Triennale di Milano

Viale Alemagna 6 – 20121 Milano

www.triennale.org