La galleria Davide Gallo, sita in via Farini 6, secondo cortile, ha il piacere di inaugurare la mostra “Parola seme”, personale del duo Bianco-Valente.
Il tema sviluppato nella mostra, è la conseguenza di un’analisi che negli ultimi anni gli artisti hanno condotto sulla relazione tra parola, segno e suo contenuto visivo. Già nelle opere “Constellation of Me” per l’ISP 2014 del Whitney Museum, “Cosa manca”, “Il mare non bagna Napoli”, “Ogni dove” e “Towards You” gli artisti affrontavano la questione, sempre aperta, del rapporto tra linguaggio visivo e una condizione psicologica e sociale più profonda, rispetto a quella che si potrebbe immaginare ad un’analisi di superficie.
In “Constellation of Me”, Bianco-Valente chiedono agli abitanti di Chelsea, a New York, di descrivere il quartiere prima che questo diventasse un distretto del lusso, dell’arte e della moda. Ne esce fuori una mappatura sociale che è anche l’insieme di percorsi esistenziali, letteralmente scritta dagli stessi abitanti, sulle pareti di The Kitchen, al Whitney Museum. Una costellazione che è quindi un viaggio nel tempo, nella trasformazione sociale ed umana del luogo. Anche in “Cosa manca” il linguaggio è strumento di analisi sociale, e di indagine umana. Gli artisti infatti chiedono agli abitanti di Roccagloriosa, un antico borgo del Cilento che si sta spopolando, “cosa manca” affinché quel luogo possa tornare a vivere. “Il mare non bagna Napoli”, “Ogni dove” e “Towards You”, sono semplici scritte in ferro. La parola qui diviene strumento di connessione tra esperienza umana, e luoghi geografici.
Date queste premesse, meglio si comprende la recente produzione di “Parola seme”, dove Bianco-Valente utilizzano le parole per ricostruire l’esperienza umana di persone che non hanno mai conosciuto. Vecchie fotografie, frammenti di vita di persone sconosciute, sono il punto di partenza per una ricerca nello spazio e nel tempo, in cui l’esperienza degli artisti si confonde a quella dei soggetti raffigurati. Il viaggio ha un valore fondamentale, capace di tracciare una mappa di geografie e vite sconosciute. L’immagine fotografica è evocata attraverso la parola, che diventa strumento di relazione tra l’artista, il pubblico e i soggetti narrati. Le parole sono come semi, che fanno germogliare immagini diverse. In questo modo l’atto della creazione viene affidato all’osservatore, che diviene creatore della sua immagine, della sua visione del mondo. Il valore dell’immaginazione creativa esce accresciuto, così come é accresciuto il potere della parola, considerata l’unico strumento che l’arte ha per raccontare ed analizzare se stessa.
La galleria rispetta i seguenti orari: dal 23 settembre al 1° ottobre, orario continuato dalle 10 am alle 10 pm, incluse domeniche e lunedì. Dal 4 ottobre al 29 ottobre, su appuntamento.
Davide Gallo – via Farini 6 (2nd yard), 20154 – Milan
www.davidegallo.net