Dom. Nov 24th, 2024
Salvino Campos_REDEMPTION_Midtown-Manhattan, New York City, USA-2005

L’esposizione, a cura di Mario Franco e Maurizio Siniscalco, è organizzata da ArteAs – Associazione Culturale in collaborazione con IDEA – Istituto Centrale per la Demoetnoantrolopologia / MAT – Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari di Roma è un viaggio per immagini attraverso 31 fotografie in bianco e nero che si snoda tra differenti scenari in bilico tra presa di coscienza della propria condizione personale e desiderio di “redenzione”, tra la fuga dall’”oscurità” e la ricerca della “luce”. Immagini in cui vengono rappresentati i diversi modi di appartenenza nelle sue diverse manifestazioni e in diversi contesti sociali e culturali.

Ufficio Stampa ArteAs

Salvino Campos_REDEMPTION_Midtown-Manhattan, New York City, USA-2005
Salvino Campos_REDEMPTION_Midtown-Manhattan, New York City, USA-2005

Scrive Mario Franco: «La sequenza di immagini che si articola come un film, con la quale Salvino Campos affronta i temi dell’entropia e dell’incertezza che contrassegnano nel mondo le attuali condizioni di vita, ė caratterizzata dalla volontà di redenzione e di riscatto che, in varie forme, in religioni e latitudini diverse, spingono gli uomini alla ricerca della spiritualità. E come in un film o in un romanzo, Campos ci racconta, attraverso città, paesaggi urbani, e sentieri selvaggi, la vita nel suo divenire impulsivo ed endemico, volti e corpi decentrati, in posa o catturati di sorpresa, acconciature tribali e feste religiose, idoli e santi, ovunque e in luoghi disparati. Nelle immagini di Campos s’incontrano brani di vita che al di là delle diverse “identità” culturali e religiose riconducono lo sguardo ai contrasti tra il bianco e il nero con cui l’artista individua la “redenzione” della condizione umana. “Ho lavorato soprattutto sull’antitesi luce, ombra – dice Campos – mi sono lasciato ispirare dalla luce”. Nei Vangeli “la vita è la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Vangelo secondo Giovanni  1, 1-14).
In questo conflitto tra luce e ombra, splendidamente reso nelle immagini di Salvino Campos, c’è la discordanza tra il sacro e  le miserie del mondo, apparenti contraddizioni in un viaggio figurativo tra simboli antichi e icone odierne senza perdere di vista un valore fondamentale: la bellezza, che rimane tale anche quando viene declinata nel suo più incerto e conturbante aspetto, nei grigi luminosi, in un racconto corale fatto d’empatia, secondo quell’arte dell’avvicinamento, che non è tanto e solo un lavoro mirato al risultato estetico, ma una esperienza vera e propria della vita, dove fotografare diventa un collante delle relazioni umane, un modo particolare di stare al mondo: da “osservatore militante”. C’è un che di onirico e di surrealista nelle opere di questo artista brasiliano che si intenerisce sui corpi segnati dal tempo e dagli eventi, o sui corpi infantili, ricchi di improbabile futuro, o ancora sui corpi modificati nelle acconciature rituali, nelle feste di varie religioni, trionfanti o piegati sul “muro del pianto”. Campos si richiama alla sacralità della vita. Nelle sue magnetiche immagini il campo di ricerca è il mistero della vita e dell’universo. Sappiamo che c’è la luce perché c’è il buio che c’è la gioia perché c’è il dolore che c’è la pace perché c’è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti».
Cenni Biografici

Salvino Campos è nato in Brasile nel 1970 a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais, dove inizia l’attività professionale nel 1992, anno in cui si trasferisce a Porto Alegre e dove, nel 1995, espone per la prima volta.
Nello stesso anno si sposta a Brasilia. Dal 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa la sua città di adozione e lo spartiacque della sua carriera artistica.
Secondo la citata affermazione di Henri Cartier-Bresson, che la fotografia è “un modo per comprendere”, Campos è alla continua ricerca di una sintesi espressiva tra arte e riflessione politico-sociale, dando vita ad un percorso originale secondo una struttura flessibile che si presta ad affrontare temi e linguaggi diversi: dallo studio di volti, corpi, personaggi, a quello di epoche storiche, come il barocco, fino al paesaggio affrontato nella sua valenza simbolica, per cui la ripresa fotografica diventa soprattutto una questione di ambienti, spazi ed evocazioni. Vive e lavora fra Napoli e Rio de Janeiro.

A cura di Mario Franco e Maurizio Siniscalco

Sede espositiva IDEA – Istituto Centrale per la Demoetnoantrolopologia
MAT – Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari
Piazza G. Marconi, 8/10 – Roma EUR

Date 3 luglio – 30 settembre 2016

Orario martedì – domenica h 8.30/19.30 – lunedì chiuso