Gio. Nov 21st, 2024
Veduta del Centro Pirelli, immagine utilizzata per la copertina di Edilizia Moderna, n. 71, dicembre 1960, foto Dino Sala (Fondazione Pirelli)

Nato da un sito industriale dismesso, memoria ormai dimenticata di una città neoindustriale di due secoli ed un millennio fa, il grattacielo Pirelli, capolavoro italiano sul tema dell’edificio alto concepito dalla formidabile forza creativa ed innovativa di Gio Ponti e Pier Luigi Nervi fra le altre firme, sembra oggi più giovane di quando, sessant’anni fa, fu posta la prima pietra. Ma non è stata una vita priva di avventure e momenti anche drammatici.

Di Lara Visigalli

Veduta del Centro Pirelli, immagine utilizzata per la copertina di Edilizia Moderna, n. 71, dicembre 1960, foto Dino Sala (Fondazione Pirelli)
Veduta del Centro Pirelli, immagine utilizzata per la copertina di Edilizia Moderna, n. 71, dicembre 1960, foto Dino Sala (Fondazione Pirelli)

Nato come simbolo industriale di una Milano capitale dello sviluppo economico postbellico, il grattacielo è stato punto di riferimento di una città che nel giro di pochi decenni ha cambiato completamente la propria struttura economica e sociale. Il grattacielo è diventato bene della comunità quale sede della Regione Lombardia ed è, quindi, passato ad essere punto di riferimento di un intero territorio, quel territorio che dall’ultimo piano si ammira nelle belle giornate. All’inizio del nuovo millennio il terribile incidente aereo riporta l’edificio alla ribalta aprendo, assieme al lutto per l’evento, anche la riflessione sul suo futuro e sul suo “corpo” architettonico ferito. Il grattacielo diventa così laboratorio per uno straordinario restauro del “moderno” che ci ha consegnato una struttura architettonica bellissima ed in perfetta forma. In quello che è ora il piano del ricordo della terribile tragedia questa mostra racconta, soprattutto attraverso la forza evocativa delle immagini e con ricchezza di materiali, una storia lunga sessant’anni ricca di spunti e riflessioni. Le età del grattacielo sono appunto le 4 fasi principali attraverso le quali è scandita la vita di questo straordinario manufatto. In maniera quasi paradigmatica il “Pirellone” ci dimostra come le architetture siano organismi complessi e “viventi”, cioè che cambiano nel corso degli anni e che hanno bisogno di continue cure e attenzioni. La prima età riguarda la concezione e la costruzione della nuova sede amministrativa dell’azienda su quello che era il sito produttivo storico della Brusada danneggiato pesantemente dalla guerra. Il lungo travaglio progettuale – la torre cresce e “matura” nella concezione diventando grattacielo di pari passo con le aspettative e la crescita economica di quegli anni – dura in verità più del cantiere che si conclude in soli quattro anni, dal 12 luglio 1956 al 4 aprile 1960, dando prova di straordinarie capacità tecniche ed organizzative. Accolto tutto sommato in maniera non esaltante dalla critica architettonica, il grattacielo viene, invece, subito “adottato” dai milanesi e guardato con attenzione dal mondo sino al punto da diventare ispirazione per altri edifici alti. La vita dell’azienda nell’edificio è alacre, ma tutto sommato breve. Festeggiati i primi 10 anni di vita si entra negli anni settanta che porteranno, sul loro finire, al passaggio in mani pubbliche quale sede della Regione Lombardia: è questa la seconda età che, attraverso diversi interventi riguardanti soprattutto gli spazi interni, ci porta alle soglie del nuovo millennio che vedranno nel 2002 il terribile incidente aereo venire a sconvolgere la vita del Pirellone. È un momento drammatico che vede la perdita di vite umane, ma che impone e permette anche di concepire un futuro per il grattacielo di Milano. È la quarta età, la rinascita dell’edificio che, grazie ad una felice quanto colta strategia progettuale, viene restaurato e conservato perfettamente per consegnare questo capolavoro dell’architettura moderna italiana al futuro per le prossime generazioni.

Le quattro età si trovano “fisicamente” allestite in quattro aree identificate da quattro immagini simbolo che accolgono il visitatore quando sbarca al piano della memoria, il ventiseiesimo piano teatro dell’incidente del 2002. Il percorso è libero fra una teoria di pannelli che ricordano la verticalità dell’edificio e offrono al pubblico fotografie, disegni, documenti e citazioni che illustrano i primi sessant’anni di vita del Pirellone.

26° Piano – Palazzo Pirelli

Fino all’ 11 settembre 2016.

Apertura: dal lunedì al venerdì, ore 09:30-12:30 e 14:30-16:30, ultimo ingresso ore 16:00. Ingresso libero su prenotazione