Gio. Nov 21st, 2024

Odili Donald Odita, Homeland HRM77 Gallery presenta, fino a sabato 17 settembre 2016, la mostra The Differend, personale del pittore Odili Donald Odita. Nato a Enugo, in Nigeria, Odita vive e lavora negli Stati Uniti, tra Philadelphia e New York. Il suo lavoro si rifà alle esperienze degli astrattisti afroamericani degli anni Settanta e Ottanta ed esplora le dimensioni del colore come portato della storia dell’arte figurativa e del paesaggio ma anche secondo un ideale senso di lettura sociopolitica.

PCM STUDIO

La mostra presenterà una selezione di opere appositamente realizzate per l’esposizione. Tra queste, anche un lavoro site-specific: un grande wall-painting – per i quali Odita è particolarmente conosciuto e apprezzato – che investirà interamente una delle pareti della Galleria M77.

La mostra prende il titolo dall’omonimo libro, pubblicato nel 1988, del filosofo Jean-Francois Lyotard (1924-1998): differend (dissidio, disaccordo) è un termine di origine francese che designa il momento in cui il linguaggio diventa insufficiente alla comunicazione. Il significato di una frase, secondo Lyotard, non può essere stabilito sulla base dei fatti cui si riferisce: la realtà è un complesso di possibili significati, collegati alla realtà stessa attraverso le parole. Ne consegue che il linguaggio è insufficiente a descrivere e comprendere il mondo e il vero significato di ogni frase rimarrà sempre indeterminato.
Un relativismo che Odita mutua dal linguaggio verbale a quello pittorico, attribuendo ai colori la stessa molteplicità di significati che Lyotard assegnava alle parole.

Odili Donald Odita utilizza il colore come metafora dei codici culturali: le tonalità da lui create mirano a far risuonare echi familiari nello spettatore, favorendo le associazioni mentali e facendosi specchio della complessità del mondo. Odita infatti porta con sé una doppia eredità, occidentale e africana, che combina sapientemente nella sua ricerca estetica, per valicare nuove frontiere inesplorate.

Abbandonando la necessità di un centro gerarchico nell’immagine, Odita invita l’osservatore a muoversi, mutando punto di vista: in questo modo si aprono prospettive multiple e cangianti che donano plasticità e tridimensionalità al dipinto. Odita struttura l’immagine dall’interno, creando geometrie a incastro dalle tinte contrastanti. Sono campiture piatte, spicchi di colori che si scheggiano e si espandono, ripetendosi e variando la loro forma secondo ritmi pulsanti.

Dice l’artista: “I colori che uso sono personali: riflettono la collezione di visioni che riporto dai miei viaggi. Provare a ottenere i colori in modo intuitivo, miscelandoli manualmente e coordinandoli man mano, è uno degli aspetti che caratterizzano il mio processo di lavoro: non posso creare lo stesso colore due volte, ma solo realizzare colori che “sembrano” gli stessi. Questo aspetto è importante per me, in quanto sottolinea la specificità delle differenze che esistono nel mondo, nelle persone come nelle cose”.

Un mondo di differenze che, attraverso l’arte, può tornare a essere uno: la bellezza, per Odili Odita, è ciò che rende consapevoli e avvicina all’idea di un’unica umanità.

Nel 2007, la sua grande installazione Give Me Shelter ha avuto un posto di rilievo alla 52esima Biennale di Venezia, nell’ambito della mostra “Pensa con i sensi, senti con la mente”, su invito di Robert Storr.
Negli ultimi anni, Odita è stato incaricato di dipingere diverse installazioni a parete di grandi dimensioni, tra cui il grande murale presso The United States Mission alle Nazioni Unite a New York (2011), il Savannah College of Art and Design (2012), New York Presbyterian Hospital (2012), New Orleans Museum of Art, Kiasma, Helsinki (2011) e George C. Young, Tribunale ed edificio federale a Orlando, Florida (2013).
Lavora con gallerie prestigiose, tra cui The Jack Shainman Gallery di New York, per la quale ha anche seguito, in veste di curatore, la mostra The Color Line. È stato protagonista di numerose mostre personali, tra cui Odili Donald Odita: Third Degree of Separation, Michael Stevenson Gallery, Cape Town, South Africa, 2015; Evolving Geometries: Line, Form, and Color, Center for the Arts at Virginia Tech, Blacksburg, VA, 2014. L’ultima, in ordine di tempo è stata: The Velocity of Change, a dicembre 2015 negli spazi della Jack Shainman Gallery.

Odita ha inoltre esposto nell’ambito di importanti mostre collettive, come Black President: The Art and Legacy of Fela Anikulapo-Kuti, a cura di Trevor Schoonmaker, al New Museum of Contemporary Art, New York; NEW NEW YORK: Abstract Painting in the 21st Century, alla University Art Galleries & The John Young Museum of Art of Hawaii, Manoa e Represent: 200 Years of African American Art, Philadelphia Museum of Art, negli Stati Uniti.

L’esposizione The Differend presentata alla M77 Gallery sarà corredata da un catalogo, con contributi critici di Robert C. Morgan e Michele Bonuomo.

M77 Gallery
Via Mecenate 77 – 
20138 Milano

www.m77gallery.com

Orari: 
martedì – sabato | 
11.00 – 19.00
Chiusura: lunedì

Da martedì 31 maggio a sabato 17 settembre 2016