#FILMBOX01 inaugura un nuovo progetto del museo di Villa Croce in cui vengono messi in discussione i limiti tra lo spazio espositivo, la sua aurea e lo spazio intimo dello studio. Roberto Coda Zabetta è stato, infatti, invitato a trasformare una sala nascosta al primo piano del museo, in un luogo in cui incontrare in maniera intima e prolungata un’installazione nata in dialogo con lo spazio. Per questo motivo il progetto non avrà una data d’inaugurazione ma verrà attivato con una serie di workshop, presentazioni, visite guidate e conferenze.
NORA Comunicazione
La pittura è sempre stata, per Roberto Coda Zabetta, sia uno stato della mente, che una necessità fisica, un metodo personale per dare forma al caos magmatico della materia. Le sue opere, di solito di ampie dimensioni, mostrano come usare e ‘modellare’ i pigmenti in un impasto trasparente, arioso che rompe la bidimensionalità della tela. In particolare #FILMBOX01 è un grande cubo di tele, lasciate grezzo sul lato esterno, con quattro finestre e una porta, completamente dipinto all’interno, che permette al pubblico di immergersi in un’esperienza pittorica tridimensionale, fatta di sottili strati pittorici, “film” impalpabili di colore. L’opera evoca la natura analogica della pellicola rispetto alla planarità dei media digitali, trasformandosi in una forma surreale di poesia visiva, in cui i pigmenti stessi prendono forme fisiche stimolate da aria, forza e gravità, evocando i processi geologici che creano il marmo, l’onice, la giada o l’alabastro. I nuovi lavori di Roberto Coda Zabetta sembrano, infatti, giocare con l’astrazione contemporanea attraverso un rapporto tattile con i materiali pittorici classici che vengono “forzati” in
futuristiche composizioni. Queste grandi superfici pittoriche sembrano riprodurre immagini di spazi siderali a milioni di anni luce da noi ma al contempo, nelle loro trasparenze, omaggiano una tradizione nipponica millenaria di opere a china e acquarello su carta.
Passando del tempo da soli all’interno di #FILMBOX01, sperimentiamo la capacità dell’astrazione di portarci in uno spazio intimo in cui “la razionalità” può abbandonarsi e perdersi seguendo lo scivolare veloce dello sguardo lungo linee orizzontali, verticali e concentriche, salendo in superficie e immergendosi in profondità. La qualità fluida e trasparente della materia pittorica nasce grazie all’utilizzo dell’aria come strumento pittorico. #FILMBOX01 nel suo insieme mette in discussione i limiti dell’astrazione stabilendo una relazione viscerale con i materiali classici della pittura che vengono “forzati” a trasformarsi in trame trasparenti.
Genova, Museo d’arte contemporanea Villa Croce
3 maggio – 8 agosto 2016