Sab. Nov 23rd, 2024

INVITO-SITO-WEB-MARCHESINIANDREA MARCHESINI – Andrea Marchesini nasce a Verona nel dicembre del ’73, si firma con lo pseudonimo di Hyde ed è figlio d’arte già a quattro anni comincia a frequentare lo studio della madre. Ha conseguito la maturità scientifica frequentando nel frattempo studi d’artisti. Nel ’92 dopo un viaggio ad Amsterdam si interessa ai dipinti di Van Gogh e alla sua pennellata materica e rivoluzionaria. Si iscrive alla facoltà di legge di Ferrara per poi abbandonarla definitivamente per l’arte. Vive per sei anni a Londra frequentando musei e mostre d’arte e in particolare la Tate Gallery affascinato dalla modernità dell’opera di Turner che con la sua pittura di pura luce lo riporterà a una sua vecchia passione “ la luce e il colore dei Veneziani”. Passa altri due anni a Dublino visitando luoghi incontaminati con segni di culture che saranno la base per le sue serie pittoriche: “Tracce” e “Città del Silenzio” ; apparizioni miste a grumi, crepe, crateri, impronte, stratificazioni che scavalcano giorni, anni, secoli, millenni, atmosfere di un mondo pluriculturale e multietnico, luoghi e simboli che fanno parte del cammino dell’uomo, dove però l’uomo è bandito e, la natura si riappropria di tutto ciò che l’aveva mortificata, costruendo nuova vita. A Barcellona viene a contatto con l’opera di Mirò e con il suo mondo coloristico che fa esplodere i suoi quadri. A Roma vive e lavora dal 2003 al 2006, oggi opera a Barbarano Vicentino nello studio in via De Gasperi angolo via Europa, dove, dopo aver passato una fase astratto informale barocca “Dinamismo Cosmico” e un’altra decisamente più astratta con una dinamica del colore in costante evoluzione “Connessioni”, si dedica allle sue grandi tele ed arazzi che appartengono alla sua ultimissima tematica “Affabulando” (vedi critica d’arte). A  Settembre (2015) alcune sue opere saranno esposte alla Royal Opera Arcade Gallery (Roa) di Londra e a Novembre (2015) sarà presente alla Affordable Art Fair di Amburgo con la Galeria Gaudì di Madrid.

ANDREA SIMONCINI – Nato a Firenze nel 1950 si è dedicato alla pittura nei primi anni 70 frequentando lo studio del Maestro Mario D’Elia dal quale ha appreso la tecnica ad olio ed iniziato i primi passi. Dopo un periodo nel quale ha espresso la pittura naturalistica, ha rivolto il suo pensiero ad una pittura di ispirazione metafisico/surreale portando avanti una ricerca molto personale generata dalla necessità di guardare alla realtà con occhi indagatori, secondo la lezione dei grandi Maestri di questa corrente. Seguendo questa lezione mi interessa portare nei miei lavori una riflessione che spinga l’osservatore ad interagire con l ‘opera per cercare di muovere sentimenti ed emozioni che mi hanno spinto a rappresentare il soggetto. E’ attualmente nel consiglio direttivo della Società delle belle Arti circolo artisti Casa di Dante.

GINO BERNARDINI – nato a Tuscania (VT) il 29.06.1966, sin dall’ infanzia dimostra la sua inclinazione per l’arte ed in modo specifico per il disegno. I suoi studi però si  indirizzano in settori diversi da quelli artistici. Nel 1986 si affaccia sul mondo del lavoro  e  inizia  un’esperienza  lavorativa, che  lo  porta per molti anni in posti diversi dell’Italia. La passione per l’arte è però sempre presente e si accentua  quando si trasferisce in Toscana per lavoro. Rimane incantato dalle città d’arte e soprattutto dalla natura Toscana piena di colori e di magiche sfumature. L’esplosione di colori dei girasoli, papaveri e campi in fiore abbraccia l’anima di Bernardini e non la lascerà più. Da questo momento in poi  ha iniziato ad apprendere l’arte ed a pensarla, a leggerla negli insegnamenti dei Maestri, alcuni autodidatti come lui, Renoir, Degas, Monet. Da quando ha iniziato a vederla. Con mani e cuore, prima che con occhi e testa. Da quando il suo pensare l’arte trascende a livelli più profondi e nasce qualcosa che va oltre la tecnica pittorica,  un connubio di istinto e gesto che è techne: quell’arte che per i greci non poteva andar disgiunta dalla poiesis, dal fare. Storia di abbandoni e ritrovamenti: Bernardini lascia i pennelli e si impasta il colore direttamente sulle mani, sulla stoffa, sui materiali più disparati; lentamente abbandona la riproduzione di paesaggi e cose esistenti e ritrova i luoghi dei sogni, della memoria più profonda; rompe la razionalità più fredda e accede ad una dimensione nuova, calda, forte e antica insieme che chiamerei “vibrazione dell’anima”. Dipinge le tele fissandole fortemente alla parete: sul cavalletto cadrebbero sotto l’impeto a volte furioso dei colpi che ricevono. Non ripete sempre gli stessi gesti. Non c’è ordine apparente, non un disegno.  Alla fine emerge il dettaglio. Sì: dettaglio. Le opere di Gino Bernardini possono esser lette fin in profondità. I risultati finali della sua danza creativa non hanno gli stilemi del tachisme o dell’action painting. T’aspetteresti che dal caos di gesto e colore nascessero esplosioni astratte, invece ne scaturiscono profonde impressioni(stiche) che rimandano all’essenza della natura. La pittura di Gino Bernardini si lascia accarezzare in superficie, ma è pronta a deflagrare in profondità. Sorprende e mozza il fiato. Picchia duro, tenera com’è. Narra di natura, di campagna, di profumi e di piccoli angoli di paesaggio che resterebbero anonimi se Gino non li elevasse agli onori della tela. Sembrano fotografati, ma l’Artista non li ha mai visti nella realtà, vi ha posato sopra solo lo sguardo del sogno, della memoria profonda. Ha spesso per soggetto dei canneti, piccoli microcosmi intricati di vita e di morte, di germogli che nascono sull’humus del fogliame decomposto. E il soggetto rimanda al mistero, a giochi d’infanzia, a nascondigli rimasti impressi nei ricordi. Regala dettagli degni d’una pubblicazione di botanica. Ma i dettagli sono figli del gesto meno meticoloso possibile. Dello straccio, non del pennellino e della china. La pittura di Gino Bernardini attinge al tema dell’acqua e lo rende immediatamente archetipo,  lavacro di nascite passate e future.  È con l’acqua che l’Artista si lava le mani quando sente che l’opera è completata: questo il gesto-segnale. È nell’acqua che le piante dei suoi quadri affondano le radici, esili come vene. L’arte di Bernardini Resta giovane e incantata davanti alla natura, vista quasi oniricamente Impressionista è depositaria di valori spirituali e nobiltà di tradizione. La sua carriera di pittore autodidatta è notevole come  il  successo  che  ha  riscosso  negli ultimi anni in tutta Italia.

Presentazione Mostra: Dott. Giorgio Grasso

Curatrice mostra: Deborah Petroni

 

Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte

Via San Felice 18 – Bologna

www.wikiarte.com

dal 19 – 31 marzo 2016

dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato

Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito