Gio. Nov 21st, 2024
La pittura dà spazio al tempo_2006_Foto di Michele Stallo
La pittura dà spazio al tempo_2006_Foto di Michele Stallo
La pittura dà spazio al tempo_2006_Foto di Michele Stallo

Una mostra il cui filo conduttore è l’acqua, nelle sue varie forme e rimandi di significato, in un luogo denso di storia e dalla valenza fortemente simbolica come una torre piezometrica dell’acquedotto, per cui acqua significa anche rete, relazioni, linguaggio. Costruito nel 1912, fino agli anni Settanta, l’acquedotto rifornì di acqua potabile l’intera zona. Dopo decenni di abbandono e degrado, l’area dal 2004 al 2009 è stata oggetto di restauro e, infine, è stata recuperata alla vita urbana, grazie ad un’importante opera di riqualificazione, diventando il complesso oggi denominato Le Torri dell’Acqua, che si rilancia come importante centro polifunzionale, attestato dal premio Federculture 2014.

Comunicazione e Ufficio stampa, Emanuela Agnoli

Le opere propongono suggestioni e segni per riflettere sul mondo dell’acqua e, dunque, sul nostro mondo, su noi stessi.
Qui l’arte trova la parola per raccontare l’acqua (ogni opera ne è una storia-frammento), per rivelarne i segreti e le meraviglie, attraverso differenti chiavi di lettura che introducono in una dimensione che sta dentro e fuori di noi ed evoca il ciclo vitale, partendo dal senso stesso e dalla storia del luogo in cui le opere sono inserite.
Il contesto, non casuale, è parte della trama narrativa che conduce il pubblico nel mistero legato alla vita e che spiega perché l’acqua è preziosa. Acqua che lascia il segno, scorre come il tempo e si connota simbolicamente nella storia dell’uomo, si dirama come una ragnatela e disegna le geografie della vita. Nel suono genera la parola, si cristallizza in forme, indossa il colore dello spazio che attraversa e diventa specchio, riflettendo oggetti e natura.

Segni e segnali, linguaggio e comunicazione, sono il territorio in cui si muove la ricerca di Antonia Ciampi.
Di questa eclettica artista, che da molti anni sperimenta varie tecniche e materiali, non mancheranno quindi le opere cariche di ironia, ed altre che creano una relazione attraverso la bellezza e che – investigate secondo una logica combinatoria che associa icona e parola – si vestono di nuovi significati e inducono a riflettere sull’ambiguità dei sistemi comunicativi.
Ognuno creerà il proprio racconto, ricomponendo il percorso attraverso un breve e intenso viaggio emotivo, tra opere non soltanto da vedere, ma anche da toccare e da vivere. Un’esperienza che lascia il segno.

Le Torri dell'Acqua di notte_veduta esterna_Foto di Paolo Cocchi
Le Torri dell’Acqua di notte_veduta esterna_Foto di Paolo Cocchi

“Antonia Ciampi è l’artista del genius loci, nel senso che la sua creatività ha reale e concreto bisogno di identificarsi con una situazione storica e culturale preesistente di cui l’artista individua una sorta di quintessenza e la trasforma in un itinerario di immagini formulate con le materie più diverse e secondo le più varie proposte iconografiche e iconologiche, tali da assumere forma adeguata alla circostanza specifica.
[…] Antonia Ciampi ama sottolineare le peculiarità del sito dove amorevolmente approda portando con sé tutto l’armamentario delle sue idee e delle sue attitudini compositive.
Manifestando in toto il proprio essere e il proprio stile, l’artista è nel contempo l’intelligente
e fervida commentatrice e accompagnatrice di un ideale visitatore (che poi diventa ben reale quando il lavoro è finito e la mostra è pronta) che, attraverso le opere di Antonia, sapientemente collocate lungo un percorso da lei stessa prescritto a chi si aggira nel luogo privilegiato, riesce così a comprendere l’esistente al suo massimo livello di forza comunicativa e di energia culturale
e morale.
Antonia, dunque, non stravolge in nessun modo il luogo all’interno del quale colloca i suoi lavori, ma lo invera e lo rende nuovamente intellegibile e amato.
Abita lo spazio […] con il proprio sentimento e le proprie immagini e quindi la visita della mostra
è un viaggio della mente che a mano mano vede meglio e comprende.
[…] L’arte dell’accoglienza e della meditazione si dipana così davanti ai nostri occhi.”

Claudio Strinati
(tratto dalla Prefazione del catalogo “Archivio dei sogni”, Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette, Roma, dicembre 2013 – giugno 2014).

“Erede intelligente ed originale di Duchamp e di Magritte, del senso del ludico futurista (‘ricostruiremo l’universo rallegrandolo’ – promettevano Balla e Depero nel 1915) così come dell’immaginario stereotipato della Pop Art, Antonia Ciampi ha maturato un linguaggio artistico autonomo e saldamente fondato sul senso dell’essere nel mondo.
Irriverente, giocoso e sottilmente poetico, il suo lavoro rivela una ricerca d’identità che non si rivolge all’interno, all’intimo della persona, ma che al contrario si apre all’esterno, al mondo e lo reinventa, anzi meglio, lo rilegge attraverso il linguaggio ambiguo e poetico dell’arte.
Antonia Ciampi nel suo lavoro parla di sé, del suo rapporto col mondo e i due elementi – la persona e il mondo – si insinuano nelle immagini stereotipate dei suoi ‘segnali’, segni-icone nei quali l’artista gioca a mettere in dubbio la certezza di un codice visuale riconosciuto, creando un piccolo cortocircuito linguistico tra significato e significante che, capovolgendo o contraffacendo il significato e la funzione di immagini convenzionali, produce un sottile e prezioso scarto poetico.
[…] Ciampi mette in atto una risemantizzazione del linguaggio verbale e visivo, tramutandolo in qualcosa d’altro: trasforma il segnale in simbolo.
[…] Lo spaesamento, la decontestualizzazione, l’ironia, il gioco di parole, la manipolazione delle immagini sono strumenti del linguaggio dell’arte che Antonia Ciampi conosce bene ed impiega, nel suo lavoro, con sapienza ed intelligenza, ma anche e soprattutto con leggera grazia poetica.”

Silvia Evangelisti
(tratto dal testo “Segnali pericolosi”, mostra “Signs at Stake”, New York University Department of Italian, Casa Italiana Zerilli-Marimò, 2000).

Le Torri dell’Acqua
Via Benni, 1 – Budrio (Bologna)

Inaugurazione: sabato 5 marzo 2016, ore 18

Durata della mostra: fino a domenica 8 maggio 2016

Orari di apertura: mercoledì dalle 16 alle 19; venerdì e domenica dalle 17 alle 21, oppure su appuntamento