Gio. Nov 21st, 2024
AS TWO PUPPETS, 2013 - Tecnica mista su tela - cm 90x120,5
AS TWO PUPPETS, 2013 - Tecnica mista su tela - cm 90x120,5
AS TWO PUPPETS, 2013 – Tecnica mista su tela – cm 90×120,5

Questa serie di lavori di Roberto Fontana, che trae ispirazione da The hollow men di Thomas Stearns Eliot, presenta un’acuta e attenta riflessione sulla condizione esistenziale umana, attraverso la contestuale esplorazione delle potenzialità rappresentative ed espressive insite nella corporeità.

L’angosciosa condizione e l’alienazione cui è soggetto l’uomo contemporaneo per effetto di quelle ottundenti e pressanti meccaniche del sistema produttivo, l’incomunicabilità (paradossale in una società che della velocità di comunicazione fa il suo maggior vanto) e l’isolamento personale in un mondo dominato dai fenomeni di massa, e quella difficoltà a reperire il senso profondo del proprio essere ed esistere, hanno ridotto l’uomo ad un manichino di paglia, un uomo vuoto senza identità e personalità…

Siamo gli uomini vuoti
Siamo gli uomini impagliati
Addossati l’un l’altro
Con la testa piena di paglia. Ahimè!
Le nostre aride voci, quando insieme mormoriamo
Sono quiete e senza senso
Come vento nell’erba secca
O come zampe di topo sopra vetri infranti
Nelle nostra arida cantina
Figura senza forma, ombra senza colore,
Forza paralizzata, gesto privo di moto;

Questa è la terra morta
Questa è la terra dei cactus
Qui le immagini di pietra
Sorgono, e qui ricevono
La supplica della mano di un morto
Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo;

Eliot ritrae la vita contemporanea come un inferno sulla Terra, nel quale l’essere umano vive una vita priva di relazioni autentiche. L’ “uomo vuoto” è descritto come un essere interiormente vano, privo di qualsivoglia valore. Eliot cioè, paragona l’uomo moderno ad una bambola di pezza, imbottita di “cultura-segatura”, preconfezionata, inserita a forza dalla società moderna e capitalista.
“The Hollow Men” descrive l’aridità, la sterilità emotiva e spirituale della vita contemporanea, una vita priva di colore, di forma, di forza. Come ratti ci limitiamo a fare quel tanto che basta alla nostra sopravvivenza: l’azione condotta nel nome di un ideale non è più concepita, non esiste più volontà.

La mostra, curata da Valeria Sara Lo Bue, sarà visitabile sino al 22 febbraio, tutti i giorni dalle 19.00 alle 24.00, escluso il martedì.

Fabbrica 102, via Monteleone 32/34/36 (Palermo)

Inaugurazione mercoledì 10 febbraio ore 19