L’evento pubblico Quattro atti sul lavoro che Adelita Husni Bey propone nell’ambito della 6^ edizione di ON dal titolo Dopo, Domani, si concentra su un’immaginifica valutazione del possibile sviluppo del concetto di lavoro, un percorso di ricerca che abbraccia l’idea del futuro situato nel 2040. La ricerca dell’artista nasce da importanti riflessioni e quesiti sui cambiamenti nel mondo lavorativo in Italia e sulle sue modalità di sviluppo nei prossimi anni.
Ufficio stampa, Irene Guzman
Come si lavorerà in Italia tra 25 anni? In che modo il presente sta riformulando il rapporto tra le persone e il lavoro? Che cambiamenti avverranno? Come li affronteremo? Che effetto avranno le economie a basso costo marginale sull’occupazione? Che rapporto avremo con il lavoro nella vita di ogni giorno? Quanto tempo libero avremo?
Il 30 gennaio nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio un gruppo di 20 persone temporaneamente disoccupate o precarie individuate tramite open call, con il supporto e la guida di quattro relatori (Federico Campagna, Federico Chicchi, Federico Martelloni, Cristina Morini) che dirigeranno altrettanti tavoli tematici, tenterà di operare un esercizio di immaginazione sui futuri inevitabili cambiamenti del mondo lavorativo.
La sessione di lavoro collettiva si svilupperà attraverso la formula del focus group, aperto e accessibile a tutti dalle ore 15 alle 20 e visibile anche in streaming dal sito onpublic.it.
Al termine della giornata i risultati e le interazioni verranno raccolti attraverso la compilazione di un questionario e prenderanno la forma di statistiche, che nei giorni seguenti saranno pubblicate su alcune testate nazionali e portali on line.
Il giorno successivo, il 31 gennaio, sempre dalle ore 15 alle 20, presso la stessa Cappella Farnese, i visitatori potranno vedere una documentazione dell’incontro, rielaborata attraverso un’installazione audio video, e compilare i questionari prodotti. Una piattaforma online visibile sul sito di onpublic.it renderà accessibili i materiali raccolti e costituirà elemento di monitoraggio sul tema del lavoro anche durante i mesi successivi attraverso il coinvolgimento di artisti e teorici impegnati nell’indagine di questo argomento.
Adelita Husni Bey (Milano 1985) è artista e ricercatrice italo-libica. Ha studiato al Chelsea College of Art and Design e alla Goldsmiths University di Londra, nel 2012 ha svolto l’Independent Study Program al Whitney e ha appena concluso un periodo come artist-in-residence presso la Kadist Art Foundation di San Francisco. È un artista la cui pratica coinvolge l’analisi e la contro-rappresentazione delle ideologie egemoniche nelle società occidentali contemporanee. I suoi progetti si concentrano anche su ripensare modelli pedagogici radicali nel quadro degli studi anarco-collettivisti. Ha collaborato con una serie di istituzioni quali: Museo Reina Sofia, Madrid (2014); Museo MAXXI, Roma (2014); Gasworks, Londra (2012); e NBK, Berlino (2013). È una delle vincitrici del concorso ArtLine Milano con il progetto il Palco dell’Estinzione che verrà realizzato nel Parco d’Arte Contemporanea nell’ambito del progetto Citylife a Milano ed è in gara per il Premio Maxxi 2016.
La 6^ edizione di ON ospita anche il progetto installativo Monowe di Ludovica Carbotta che, attraverso un dialogo fra forme architettoniche reali e immaginate, dal 22 gennaio al 28 febbraio 2016 concepisce e tratteggia all’interno del Parco del Cavaticcio di Bologna una futura città costruita in altezza, che sovrasta gli agglomerati urbani esistenti ed è progettata per essere abitata da una persona soltanto.
Dopo, Domani ON 2016 è inserito nel progetto Obiettivo “Paesaggio Bologna” del Comune di Bologna, che la Città Metropolitana ha presentato alla Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 37/94
ON è realizzato grazie a fUNDER35 in collaborazione con Comune di Bologna nell’ambito di ART CITY Bologna 2016
Bologna, 30-31 gennaio 2016
Cappella Farnese, Palazzo D’Accursio
30 gennaio ore 15-20 > evento Live
31 gennaio ore 15-20 > installazione audio video e compilazione questionario
Acura di Martina Angelotti