Gio. Nov 21st, 2024
Menin - Carnevale
Menin - Carnevale
Menin – Carnevale

Venerdì 8 Gennaio alle ore 17,00 presso la Galleria d’Arte Arianna Sartori a Mantova in Via Cappello 17, si terrà l’inaugurazione di una nuova mostra dell’artista veronese Luigi Menin “Sono ciò che dipingo”, che ritorna ad esporre dopo i successi ottenuti nel 2007 con le mostre “Garda che bello” e “Venezia in particolare”.

Mi chiamo Luigi Menin, sì sono quello sulla copertina, e sono un pittore per passione, mi definisco “pittore della realtà” e con questa nuova pubblicazione voglio presentare le mie opere degli ultimi 3 anni.
Il 2012 è stato l’anno in cui la mia pittura ha subito un totale cambiamento, dopo una vita dedicata al paesaggio e alla natura morta mi sono voluto cimentare con la figura, figura alla quale pensavo da molto tempo stimolato anche dalla conoscenza che feci molti anni fa con quel sommo artista che risponde al nome di “Caravaggio”. Tre anni fa quindi mi staccai dal paesaggio dipingendo per tre volte la mia gatta, e il risultato non mi era sembrato male, e allora dipinsi un certo numero di piccoli ritratti a persone del mio paese, e anche questi mi sono sembrati discreti, allora ho iniziato una serie di dipinti più grandi con soggetti inseriti in un interno o come sfondo un paesaggio…
Ricordo il mercato settimanale a Negrar, un gruppo di turisti su di un ponte a Venezia, la fioraia del paese, la barista di un bar che io frequento, un giovane vignaiolo con tanta passione, uno zio con la nipotina che improvvisano un concertino in famiglia, quattro amici alla vendemmia, un bambino che gira in cortile con la sua colorata bicicletta di plastica, un vero appassionato di fitness, alcune maschere al carnevale veneziano, due amiche baciate dal sole fuori dal castello del buon consiglio di Trento, io nel mio studio, alcuni bambini in un interno, la bella puledra della Zaira, una domenica mattina al mercatino dell’antiquariato in piazza S. Zeno a Verona, un bacco nostrano e uno insolitamente di colore, e infine alcuni nudi di giovani imberbi. Voglio dipingere le persone, tante persone senza fare distinzioni di sesso, di provenienza, di ceto o di età. Amo dipingere la gente che fa parte del mio vivere…
Attualmente mi coinvolge molto la pittura del seicento, Caravaggio appunto e Velázquez grande spagnolo, ma che dire del sommo Michelangelo, mi attira la sua anatomia portata quasi all’estremo nel dipingere quel capolavoro e forse testamento artistico che è la famosa “Cappella Sistina”, mi intriga pure la pennellata “grassa” di Degas e Manet, due grandi e anomali impressionisti, mi emoziona molto Vermeer per la sua meticolosità e cura del particolare, e per tornare al paesaggio rimango a bocca aperta davanti alle vedute veneziane e londinesi del Canaletto… ed è a tutti questi grandi maestri e ad altri che io guardo e cerco di assorbire il più possibile perché dalle loro opere trovo la spinta per migliorarmi sempre!
Luigi Menin, Negrar, settembre 2015

Negrar
“Non sono Caravaggio… (per ora)” è il titolo ironico/ottimista che Luigi Menin ha dato alla sua mostra da “Adoro Café” di Piazza Vittorio Emanuele, 1. Olii su tela realisti di personaggi nel paesaggio, come in “mercatino dell’antiquariato in Piazza S. Zeno dove davanti alla Basilica, si aggira fra le gremite bancarelle, un giovane, accurato il drappeggio della maglietta e dei pantaloni, veridiche le vene sul braccio. 
Quadro nel quadro…
Vera Meneguzzo (dal gionale “l’Arena” di Venerdì 12 dicembre 2014)

“Il maestro adesso”
Non si possono giudicare i suoi ultimi lavori senza tentare di entrare nel suo io, nel suo carattere, nel suo modo di vivere ed affrontare la realtà della vita. Il suo contatto con la gente comune lo porta ad essere attento a tutte le sfacettature di ogni giorno. Così si spiegano le tematiche dei suoi ultimi dipinti che appunto richiamano le gesta di una quotidianità vissuta momento per momento. Chi ha il piacere di conoscerlo come lo conosco io, sa che il “Maestro dipinge come vive” ma sa anche che le sue sfide con l’arte sono sempre dietro l’angolo.
Massimo Dalgallo

Ad un amico
Quando Luigi mi chiese di scrivere la prefazione su questa sua ultima raccolta di opere devo ammettere che mi mise un po’ in difficoltà, poi però è bastato scavare nella memoria per ricordarmi quando ci siamo conosciuti, da quel giorno ho imparato ad aprezzare sia l’uomo che l’artista.
L’ironia, il sarcasmo e il sottile umorismo che lo contraddistinguono si fondono perfettamente con la sua fanciullesca sensibilità e quella sua bontà d’animo. Artista eclettico, meticoloso, maniaco del particolare tanto da definirsi “un figurativo moderno”. Egli ha come scopo l’esaltazione del soggetto raffigurato sempre come protagonista dei suoi racconti. Infatti più che quadri Luigi vuole raccontare e raccontarsi attraverso le sue tele, vuole farci rivivere quel suo tanto amato “realismo” attraverso delle opere che trasmettono emozioni con la sola forza della verità.
Marco Benedetti