Dopo l’ultimo ciclo di opere in cui ha esaminato il rapporto tra reale e virtuale nel contesto della crisi economica, Nicola Evangelisti continua la propria ricerca artistica con il progetto BEWARE, focalizzando l’attenzione sul senso d’inquietudine generato dall’attuale modalità di terrore in cui la comunicazione mediatica assume un valore determinante.
ch2 ideazione e comunicazione eventi culturali di Chiara Chiapparoli
Testo critico di Paolo Bolpagni
La violenza che subiamo nell’istante in cui l’orrore della morte viene diffuso in tempo reale attraverso il web: il virtuale viene così a coincidere con una seconda, forma di realtà che conduce e condiziona i nostri aspetti emotivi, comportamentali e, conseguentemente, la nostra vita.
Tale dualità viene tradotta da Evangelisti in opere che, analogamente, sono costituite da parti tangibili, misurabili, e da altre immateriali, supposte, generate da un’illusione percettiva.
Installazioni di bossoli compongono le parole DEMOCRACY e PEACE, termini volutamente scritti in inglese che stigmatizzano la strategia militare statunitense di spostare continuamente il fronte di guerra al di fuori dei propri confini: parafrasando il concetto di “pax romana” del periodo imperiale, quella attuale potrebbe essere definita una “pax americana” in cui vengono combattute guerre in nome della pace e della democrazia. Tuttavia questo senso di sicurezza si sta progressivamente sgretolando in seguito ai numerosi attacchi perpetrati al cuore dell’Occidente, un’organizzazione del terrore che destabilizza la nostra illusoria certezza d’inviolabilità.
Con HOLY LANCE, le lame e i coltelli si dispongono a formare l’immagine di un mirino – visivamente sovrapponibile a quella di una croce – sottolineando la portata paradossale della violenza in nome di Dio. Lame specchianti in acciaio, forme digitali che hanno ritrovato, in questa materia, la capacità di riflettere la luce e le immagini contestuali. Ci riflettiamo nelle armi e nei simboli di morte, come in quelli di pace e di fede, in un continuum percettivo dai confini concettuali e semantici sovrapponibili ed interscambiabili.
La luce resta sempre un elemento fondante del lavoro di Evangelisti in stretta continuità con i cicli precedenti.
Il simbolo del mirino, rappresentato in vari modi nell’ambito della mostra, appare anche in forma di luce olografica sospeso innanzi ad un proiettile incombente pronto a colpire l’ignaro visitatore: ancora forte è l’intreccio tra realtà oggettiva e realtà supposta, sintesi quanto mai icastica del mondo in cui viviamo.
A cura di Arianna Grava e Olivia Spatola
Area35 Art Gallery
Via Vigevano 35 Milano
Fino al 28 gennaio 2016
Orari: martedì- venerdì 15.30 – 19.30 sabato, domenica e lunedì su appuntamento al numero 339.3916899
area35artgallery.com
UFFICIO STAMPA
Milano/Bologna
Chiara Chiapparoli cc@ch2.it Veronica Iurich vi@ch2.it ch2.it