La prima personale di James Casebere presso Lisson Gallery Milan presenta un recente corpus di opere che elegge il mondo naturale a oggetto della propria ricerca e utilizza opere d’arte iconiche come punto di partenza. Le fotografie realizzate in studio dall’artista americano – scatti di modelli assemblati in maniera molto complessa e con una dimensione cinematografica – si pongono come un’epopea pastorale intrisa di cultura.
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Per oltre quarant’anni, Casebere ha indagato il potenziale ingannevole della fotografia, mettendo in discussione la presunta veridicità del mezzo, documentando realtà ricostruite. Le sue immagini sono sia poetiche che politiche e creano simulacri che superano la realtà per mostrare quello che lo storico dell’arte Hal Foster considera una “psicopatologia della vita quotidiana”. Le composizioni di Casebere hanno progressivamente ampliato la propria prospettiva: i surreali interni domestici e le claustrofobiche vedute delle sue prime opere cedono il passo a incalzanti evocazioni di interni ed esterni riconducibili a tipologie abitative visibili negli Stati Uniti e in Medioriente – sino alla serie Duchess County (avviata nel 2009 e ancora in corso), che traccia una visione aerea di una comunità completamente artefatta ma assolutamente plausibile.
Casebere ha rappresentato aree urbane degradate a causa dei pignoramenti sugli immobili, oppure devastate dall’uragano Sandy o, ancora, distrutte da incendi, benché il suo interesse si concentri molto più spesso sull’architettura. Nella serie dedicata alle case di legno sulla spiaggia uno dei soggetti era stato originariamente creato come stazione di salvataggio, rivolgendo così nuovamente l’attenzione verso luoghi di possibili catastrofi o potenziali salvataggi. In ognuno di questi ambienti disabitati, l’artista produce una profonda ambiguità, attirando l’osservatore all’interno come un solitario partecipante, attraverso distorsioni che sembrano create dalla mente e suscitano un misterioso senso di straniamento.
Per questa personale milanese, Casebere ancora una volta estende la sua prospettiva e lo fa immergendo l’osservatore nel cuore di un paesaggio che appare permeato di riferimenti all’arte del passato, rivolgendosi criticamente alla relazione che intercorre in epoca contemporanea tra uomo e natura. Un importante lavoro del 2014, Sea of Ice e il contemporaneo Trees and Bushes in the Snow rivisitano l’opera del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich, indagando sotto traccia la crisi climatica mondiale. Sea of Ice, la celebre immagine di desolazione glaciale dipinta da Friedrich, attualmente esposta presso la Kunsthalle di Amburgo, è stata magnificamente ricreata da Casebere nel suo studio con materiali semplici, che suggeriscono come la terribile, sublime perfezione della natura sia stata interamente saccheggiata dall’uomo, ma come in realtà il suo spirito non possa conservarsi a lungo. Traendo ispirazione dall’omonimo dipinto di Friedrich, la serie Trees and Bushes in the Snow si sviluppa allo stesso modo impiegando materiali trovati: vegetazione del giardino di Casebere e ingredienti da cucina come bicarbonato e soda il cui bianco immacolato è il corrispettivo chimico della virginale purezza della neve.
L’artista
Fin dalle primissime opere, James Casebere si è imposto tra le file degli artisti che lavorano con la fotografia costruita in studio. A partire dalla metà degli anni Settanta, Casebere realizza composizioni di modelli progressivamente sempre più complesse ritraendole nel suo studio, dando vita a tableaux fotografici che sottilmente mettono a nudo i propri dispositivi, mostrando lo scarto tra astrazione e immagine, pittura e fotografia.
Casebere è nato nel 1963 a Lansing, Michigan, e attualmente vive e lavora a New York. La sua opera è stata accostata alla Pictures Generation rappresentata da artisti postmoderni affermatisi negli anni Ottanta come Barbara Kruger, Robert Longo, Richard Prince, Cindy Sherman, Laurie Simmons, e compresa nella omonima collettiva presso il Metropolitan Museum of Art nel 2009. Suoi lavori sono raccolti nelle collezioni dei musei di tutto il mondo, compreso il Whitney Museum of American Art, il Solomon R. Guggenheim Museum e il Metropolitan Museum of Art di New York, il Walker Art Center di Minneapolis, il Los Angeles Museum of Contemporary Art, il Los Angeles County Museum, il Victoria and Albert e il Tate Museums di London, tra molti altri. Attualmente Casebere è presente nella mostra ‘Model Behaviour’ alla The Holden Gallery di Manchester sino al 11 December 2015; e nella grande retrospettiva James Casebere: Fugitive, a cura di Okwui Enwezor, che aprirà al pubblico prosso l’Haus der Kunst di Monaco, dal 12 febbraio al 12 giugno 2016.
Lisson Gallery Milan
Via Zenale 3, Milan, 20123
26 novembre – 15 gennaio 2016