Collettiva alla Galleria Wikiarte di Bologna.
VINCENT MAILLARD – Non posso non ricordare il testo che Emanuele Luzzati compose per la sua mostra di illustrazione al Premio Bancarella di Pontremoli nel 1985 dal titolo Confesso che mi diverto e, in modo diverso, ma con lo stesso significato la frase che Flavio Costantini amava ripetermi «… l’importante è non perdere mai il senso del gioco». Due artisti amici, come tanti altri, dell’arte di Vincent che hanno amato il suo mondo, lo spirito di levità trasfuso nelle sculture di terracotta. Teatrini visionari, racconti, pagine vere di “filosofia di vita”, opere, ognuna dotata di una propria energia, evocative di semplicità nel senso pieno del significato. Un invito divertito a sorridere. Se penso all’omino di Vincent lo immagino grande accanto a me, quasi sgomitante, a suggerire di non prendere le cose troppo sul serio, anche nelle situazioni a volte un po’ difficili. Mi piace ricordare, a chi legge queste righe disordinate, che l’idea della mostra è frutto di un percorso, dell’amicizia nata con Vincent al Vicolo di Genova, dalle mostre vissute insieme a Conzano, Apricale con i lavori teatrali di Fiorato, a Pontremoli, alla Biblioteca Berio, dai tanti laboratori tenuti all’istituto per ciechi David Chiossone, che destavano sempre meraviglia per la capacità di saper lavorare con il gruppo, creando un rapporto speciale con ciascun ragazzo: ognuno riusciva a plasmare opere personali, quelle di Sonia, di Laura, di Giorgio, di Barbara e tanti altri. Voglio anche raccontare l’entusiasmo per le opere di Maillard di un amico, per me speciale, Chicco Luzzati, che oltre a infondermi coraggio nel lavoro con Luzzati e Costantini, manifestava spesso il desiderio che si facesse una mostra e un catalogo importanti di Vincent. Non era infrequente che ricevessi una telefonata e incontrarci poco dopo nel mio studio per scegliere una terracotta per persone a cui omaggiarla. Penso, e a me succede, che chi incontra le sculture di Maillard le imprima nella propria biblioteca mentale di immagini importanti. Chi ha la fortuna di possederne una, trae, ogni volta che la guarda, certamente uno spirito migliore. Ogni scultura rappresenta una pagina di letteratura di un libro significativo, quello dell’esistenza. Grazie Vincent per la tua arte, silenziosa ma fortemente preziosa. Tratto dal testo di Sergio Noberini
ROBERTA MASSUCCI – Nata a Rieti Il 02/08/1977 e Residente a Poggio Nativo, nel 1996/97 ha conseguito il diploma di maestro d’arte e grafica pubblicitaria presso l’Istituto Statale d’Arte ”Calcagna doro” di Rieti, ha partecipato a diverse manifestazioni tra cui nel 1989 prima mostra fuori concorso collettiva a Monte S. Maria (RI, nel 2011 premio “Arte” Milano, la Biennale di Asolo, nel 2012 premio “Artisti contemporanei a confronto” presso la galleria d’arte “Il Leone” (Roma), premio “Arte nel Lazio” presso la galleria d’arte “Il Leone”(Roma), e nel 2014 alla V edizione della biennale d’arte contemporanea italiana (MI).
MAURIZIO VIRGILI – “Quando compri qualcosa da un artista, stai comprando più di un oggetto.Stai comprando centinaia di ore di fallimenti ed esperimenti. Stai comprando giorni, settimane e mesi di frustrazione e momenti di pura gioia. Non stai solo comprando una cosa, stai comprando un pezzo di cuore, una parte dell’anima, un momento della vita di qualcun’altro”. Nasce a Petritoli (FM) nel 1964, vive a Grottammare, la “perla dell’adriatico”, ha conseguito gli studi di geometra, e successivamente quelli di design per interni, da sempre attratto dall’architettura, dalla fotografia, e soprattutto dall’arte in particolare per la pittura, attraverso la quale ha dato sfogo alla sua creatività. Si definisce un artigiano dell’arte, sempre alla ricerca di nuove tecniche e materiali da plasmare su tele, tanto da proclamare la sua arte “pittoscultura”. L’artista lavora presso il suo atelier a Carassai (AP) piccolo borgo medievale di appena 1200 abitanti c.ca in provincia di Ascoli Piceno, circondato dall’atmosfera tranquilla dei vicoli e le balconate protese nella Valdaso, che lo invogliano a sviluppare appunto nuove ricerche artistiche, anche grazie all’architettura spontanea degli edifici medievali e dal connubio tra il verde della natura incontaminata, i monti e il mare all’orizzonte. Le prime apparizioni in pubblico con una sue opere risalgono negli anni 1994/1996, poi svogliato e deluso non ha più partecipato ad alcun evento artistico, se non altro che, per chi volesse vedere una sua opera doveva obbligatoriamente recarsi presso la sua abitazione (trasformata in una vera e propria galleria d’arte privata) ha comunque continuato il suo percorso artistico rinnovando sempre di più la sua arte.
Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
Via San Felice 18 – Bologna
Dal 14 novembre al 26 novembre 2015
Dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito