VALENTINO CAMILETTI – La musa ispiratrice della pittura di Camiletti e’ sempre stata la natura e in particolare gli animali inseriti spesso in rivisitazioni di temi classici del nostro Rinascimento. In questi ultimi anni cosi’ frenetici e un po superficiali per l’arte convenzionale, sempre asservita alle mode e alla ricerca di tecniche digitali astruse, Camiletti decide di approfondire di persona e da autodidatta le sue conoscenze artistiche apprese anche all’Istituto Europeo di Design. Studia con passione le opere degli antichi maestri del rinascimento italiano e fiammingo. Ne rispolvera le antiche tecniche di bottega del 300 e 400 come ad esempio la tempera all’uovo su tavola e su pergamena, cosi esemplarmente spiegata dal Cennini nel suo “Trattato di pittura”. Quella di Camiletti e’ un’arte piuttosto singolare per i nostri tempi affrettati e superficiali; una attivita’ artistica controcorrente,fatta di lente e antiche ritualita’,di pazienti stesure di colore e sottili velature eseguite con pigmenti che spesso arrivano dalla natura per rappresentare di nuovo la natura in tutte le sue forme. Anche se in questi ultimi anni si e’ specializzato come “Animalier”,egli non disdegna il ritratto, il paesaggio e la natura morta che spesso esegue su commissione. “Trovo il lavoro di Camiletti Valentino interessante e originale. La mia e’ una vera dichiarazione di simpatia. Si la sua pittura mi e’ “simpatica”. Intanto perche’ e’ certo un ottimo esecutore, attento anche alla tradizione e in simbiosi con l’arte del passato. Poi si dedica a temi ne’ leggeri ne’ pesanti e sempre pensati nel modo giusto. Mi diverte molto poi che nel ritratto che mi ha dedicato mi abbia immaginato in compagnia del grande Diego Velasquez e per questo lo ringrazio.” Critico e storico d’arte Flavio Caroli
STEFANO BRANDETTI – Stefano Brandetti (18 – 9 – 1984, TOLENTINO) ha iniziato la sua attività di pittore nel 2008. Ha frequentato l’accademia di belle arti di Macerata fino al 2010 ed ha poi proseguito autonomamente, fuori dall’ambiente accademico, la propria ricerca artistica. Nella sua rivisitazione in chiave lisergica “Le Centouno Vedute del Monte Fuji”, si trova una bizzarra riformulazione concettuale delle stampe giapponesi di cui il sensei Katsushika Hokusai fu tra i maggiori rappresentanti. L’artista qui traspone personaggi presi dall’iconografia horror cinematografica del ‘900, su sfondi pop dalla colorazione asfittica. “Il vulcano è la caldera che contiene l’energia genitrice, il luogo dove si trova il sacro fuoco. Il fuoco della terra, il fuoco che ribolle. Non a caso ognuno tenta di predarlo o domarlo, ma il fuoco brucia con l’espressione sino a rivelare le ossa del vero. Il vulcano forse non lascia trapelare il fuoco, chiara però è la sua tensione in quell’attimo sospeso, prima dell’eruzione. Tutta la cartografia mentale su cui si pone l’attenzione, trema, forse di paura, forse per frenesia ed è sulla sua pelle che si muovono i terrori, gli animali, le brame, le avidità. Ognuno di questi esseri sarà bruciato. Ognuno di questi esseri è inconsapevole del fuoco che può emergere da un momento all’altro, dalla terra che calcano”. Stefano Brandetti
FRANCESCA GUARISO – Una delicata e sinuosa linea sottile ripercorre il mondo visionario di Francesca Guariso. Una linea tracciata con matita, gessetto, pennello o tassello musivo, che si trasforma nel fil rouge di una creazione artistica che si concentra sull’essere femminile. Il ruolo passivo di quest’ultimo come oggetto rappresentazione e di fonte di ispirazione non è sostituito da quello attivo di artista, ma mantiene la sua duplice natura di musa ispiratrice ed ispirata che spiega al mondo la visione che ha di se. Il raffigurato diventa raffigurante. Dopo secoli di emancipazione richiedente il personaggio della donna forte creatrice di un’arte esplicita e disincantata, da Artemisia Gentileschi a Louise Bourgeois, la donna-pittrice finalmente si abbandona alla propria anima poeticamente esuberante. Il lavoro di Guariso e ricco di forme morbide e curve, di colori tenui e onirici, di trame delicate e trasparenti che fanno intravedere una realtà calma e silenziosa, piena di attimi delicati e ambigui tra rassegnazione e impotenza. Pare chiara la confessione d’intimità dell’artista, che non teme di “mettersi a nudo” davanti al proprio pubblico, esattamente come la modella non sente pudore davanti al pittore. La fiducia che Guariso dimostra nei nostri confronti evidenzia il desiderio della creativa di immaginare un mondo altro dove la donna potrà essere sempre se stessa. Dott.ssa Denitza Nedkova
Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
Via San Felice 18 – Bologna
Durata mostra:
dal 17-29 ottobre 2015
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Info e contatti: www.wikiarte.com