Marco Romano allestirà la mostra MICROMACROCOSMI dal 3 al 7 ottobre 2015 nella tenuta di Castelfalfi, durante il montaggio delle opere e delle installazioni il pubblico potrà incontrare l’artista, interagire con lui e prendere parte all’allestimento della mostra. In omaggio al luogo che lo ospita, Marco Romano realizzerà delle opere site-specific, in particolare, e strettamente legate al tema della mostra, delle mappature del cielo stellato di Castelfalfi.
Ufficio Stampa: Rosi Fontana Press&Public Relations
Al termine della residenza d’artista, il giorno 8 di ottobre alle ore 16:00 si inaugurerà la mostra le cui opere saranno esposte lungo le strade della tenuta, alla Galleria Nuvole Volanti, a Casa Argelà-Gucci e nel Castello.
LA MOSTRA
La fascinazione delle stelle ha agito sull’uomo fin dall’alba dei tempi. Il firmamento trapunto di luci scintillanti nel buio della notte ha suscitato di volta in volta ammirazione e turbamento, mistero e trascendenza, ispirazione d’arte e d’amore, sogno e visione, profezia del futuro e conoscenza dell’universo. L’evocazione delle stelle è alla base della mostra di Marco Victor Romano alla Galleria Nuvole Volanti di Castelfalfi.
Attraverso una molteplice combinazione di media diversi – video, fotografia, scultura in metallo e ceramica, pittura, installazione – l’artista beneventano costruisce una rete di rappresentazioni allusive alla mappatura del cielo, alle costellazioni, alla Luna.
Al solitario satellite della Terra è dedicata la serie di fotografie _UNA: una variante di light painting, ‘pittura fotografica’ basata su rotazioni e movimenti dell’apparecchio di ripresa, che restituisce la ‘magia’ della notte.
Leggerezza e ariosità comunicano le installazioni di eLevAzione, palloncini bianchi gonfiati di elio attaccati a canne da pesca: il filo del mulinello sarà libero di allungarsi o accorciarsi secondo la volontà dello spettatore-fruitore.
Le maioliche della serie A&Ω e i metalli di Evoluzione infinita sono riproduzioni morfologicamente fedeli e in scala di costellazioni (l’Acquario, segno zodiacale dell’artista, transitante sui cieli d’Italia nel mese di apertura della mostra, ottobre; il Cavallino, il Delfino, Pegaso, Andromeda e Cassiopea). Le opere di A&Ω sono basculanti su basi emisferiche e contengono tante sferette quante sono le stelle di ciascuna costellazione visibili a occhio nudo. Evoluzione infinita invece è composta di lastre metalliche pigmentate, su cui le stelle sono applicate a mezzo di magneti. I due cicli fondono suggestione lirica, sensibilità materica e precisione astronomica.
I dittici fotografici di Unito volge sviluppano il tema delle analogie tra micro- e macrocosmo, tra uomo e universo: Romano mostra la somiglianza tra i pattern delle stelle nel cielo e quelli dei nei sulla pelle: il negativo dei notturni stellati vira in rosarancio simile ad epidermide trapunta di nei, il negativo di fotogrammi della schiena si risolve in notturne costellazioni tracciate sui corpi… come a dire che tutti noi siamo fatti di “polvere di stelle”, con esiti che richiamano le Celestografie di August Strindberg (1894).
Il percorso espositivo si chiude con il video 7:33T, girato di notte lungo la tratta ferroviaria Napoli-Benevento. Ruotando lentamente e continuamente la cinepresa, Marco Romano tramuta le luci artificiali dei lampioni in costellazioni fluttuanti, ingenerando l’impressione di nuove stelle in formazione nello spazio.
Fondamentale nella poetica di Romano è il ruolo assegnato al ‘caso’, alla creazione come atto non volontario (o comunque non interamente controllato dal creatore), all’opera come ‘campo di possibilità’, alla libertà interattiva del fruitore di ridefinirla secondo combinazioni sempre nuove. Sul piano teorico questa attitudine si ricollega al concetto di ‘opera aperta’ formulato da Umberto Eco: “la reazione dell’arte e degli artisti (delle strutture formali e dei programmi poetici che vi presiedono) di fronte alla provocazione del Caso, dell’Indeterminato, del Probabile, dell’Ambiguo, del Polivalente; la reazione, quindi, della sensibilità contemporanea in risposta alle suggestioni della matematica, della biologia, della fisica, della psicologia, della logica e del nuovo orizzonte epistemologico che queste scienze hanno aperto”. Sul piano artistico, gli ascendenti dell’artista beneventano si ravvisano nella musica di John Cage, nei mobiles di Alexander Calder, nelle opere “in accordo con le leggi del caso” di Hans Arp. Calder, Arp e Mirò produssero tutti e tre dei cicli di Costellazioni, astratte e surreali: nelle versioni scientificamente precise, e al contempo interattive e cangianti, giocate sul rapporto tra caos apparente e ordine latente, di Marco Romano si coglie la cifra originale e lirica della sua arte, guida a ritrovare la sintonia con il mondo attraverso le armonie degli astri.
Loc. Castelfalfi, 50050 Montaione, Florence, Italy
dal 3 ottobre al 1 novembre : martedì/sabato 16-19, domenica 10:30-13 e 15:30-19
dal 3 novembre al 31 dicembre: su appuntamento e la domenica dalle 11 alle 15:30
Lunedì chiuso
Ingresso libero