Gio. Nov 21st, 2024

“Ecco, i fiori di Mariangela Bagnara galleggiano in un limbo di luminosità sfatta, incerta, quasi crepuscolare. E sembrano uscire fuori, perdere la loro fisicità e farsi viatico per l’infinito. Sono petali e foglie riconoscibili, comuni: rami di bosco, cardi edere, rose. Eppure su tutti cala un tratteggio nervoso, che sembra fissarli dentro un’aria strinata e allusiva, immobile e insieme pervasa da una sorta di animismo, di vitalità mai del tutto consumata.

Anzi, proprio nei fiori secchi, nei fiori appassiti c’è come un gemere autunnale delle luci: un silenzio che parte dal tempo, lo sfarina con la dolce amarezza di un abbraccio, fisico e metafisico ad un tempo, facendo dilagare queste morte presenze fuori dalle loro misure reali. Il segno si fa allora relitto stremato e tremante, larva gocciolante, accumulo di caliginose pochezze: ma dentro sempre vi pulsa il cuore dell’essere, la linfa creata e creante: una bellezza millimetrale, stratificata e tuttavia impalpabile.

I vasi di fiori stanno così in una allucinata levità, collocati su piani che si confondono o addirittura si innestano nelle profondità: presenze ridotte a fantasmi, luoghi, eco, sognati e poi costruiti, dentro una re-invenzione del vero. Niente in fondo, in questa pittura, si presenta come una pura mimesi del reale: Bagnara interviene per sottrazione (o per aggiunta, che in fondo è lo stesso), o perfino per “distruzione” dei corpi.

Mariangela Bagnara mira soprattutto ad un’armonia tonale e spaziale: niente stridori o gridi, niente pencolare di inutili cascami o di inutili filamenti… perciò studia l’equilibrio compositivo, cosciente che tanto maggiore è la compostezza, tanto più grande è poi il senso di straniamento, di fascinazione che l’immagine può trasmettere.

La usa tavolozza oggi si muove tra gli sparsi bitumi di un Gola e le tessiture grafiche di un Pigato, con qualche digressione nelle dissolvenze di uno Zoppi e rare concessioni entro il dolore più grondante e intenso delle proprie prime esperienze espressive”.

Dal comunicato stampa di Luigi Meneghelli.

 

GALLERIA SPAZIO 6

Via S. Maria in Organo, 6 – 37129 Verona

Orario 16.30-19.30, lunedì chiuso, domenica su appuntamento

Dal 15 al 30 gennaio 2011