Mar. Lug 16th, 2024

WEB-FOGACCI-2La fortuna di un critico d’arte sta nel trovare sulla propria strada grandi talenti. Ma la fortuna, come diceva Machiavelli, è inutile se poi non abbiamo la virtù di saperla sfruttare. Da qui il mio impegno rivolto alla massima diffusione delle opere del giovane ma già noto artista Rubens Fogacci, il cui linguaggio pittorico riesce a colpire l’attenzione del pubblico degli appassionati d’arte ormai da diversi anni.
Nelle sue tele troviamo la magia che da sempre accompagna le opere dei grandi artisti che portano lo spettatore a guardare al di là di quello che l’occhio vede, rendendolo partecipe del racconto dell’opera.

Se dovessi descrivere i personaggi di Rubens con delle metafore, dovrei sezionare in due la figura per analizzarne prima il corpo e poi il volto. Vorrei paragonare i corpi dei suoi uomini e delle sue donne ad un’opera architettonica che perda la sua funzionalità, strumento di scienza, per diventare un’architettura fantastica, strumento della metafisica, che possa permettere di accedere al mondo più profondo, all’inconscio, diventando così una violazione solenne di un divieto, quello che impone di non fantasticare e di seguire il principio di realtà. Di rimando mi riferisco al genio di Gaudì, alle sue forme sinuose che riconducono al sogno, al fantastico, al magico, in maniera infantile, lasciandosi andare alle forme dell’inconscio, dell’onirico, alle inquiete e sottili equivocità dei mondi sublimati, per dar luogo ad un realismo magico, in cui ogni individuo fantasticando ritrova ciò che a lui è più congeniale, sconfinando così negli abissi della sua psiche, del suo Io e mettendo addirittura in dubbio ciò che fino ad allora credeva fosse certo ed assoluto. E se parliamo di architettura vivente nei corpi dell’artista, il collegamento all’antroposofia Staineriana viene spontaneo, e ritroviamo la sensualità e sinuosità della linea curva, quel naturale senso di accoglienza che toglie la barriera che separa l’osservatore dai personaggi di Rubens, che diventano figure già note e familiari. E adesso veniamo al volto: mi viene naturale un richiamo all’artista maledetto per eccellenza, Modì, per quell’importante naso, l’utilizzo espressionista del colore, la linea sinuosa, la pennellata costruttiva che rimandano necessariamente a lui, accomunando la loro pittura introspettiva che rimanda all’inconscio dell’artista, alla condizione umana, alle difficoltà dell’esistenza. Con la sua pittura Rubens consegue ad un tempo due risultati, quello estetico, per la piacevolezza del tratto e dei colori, e quello filosofico, che dalla “Venere” di Botticelli in avanti ha caratterizzato gli artisti che hanno voluto una rappresentazione concettuale della figura umana. Dott. Giorgio Gregorio Grasso

Barbara Legnazzi è nata a Novara il 28 marzo 1963, dove vive e lavora. Da sempre interessata alla musica si è dedicata, abbastanza recentemente, ad approfondire anche un altro suo grande amore: la pittura. Considerati i soddisfacenti risultati ottenuti, ha deciso di dedicarsi intensamente alla sperimentazione nella pittura contemporanea materica. Da questa ricerca sono scaturite, da subito, una serie di opere che hanno riscosso un notevole interesse e questo l’ha incentivata ad esporre pubblicamente i migliori risultati, dando così una svolta professionale a questa sua passione. Nel 2014 espone in diverse rassegne come “LES CONTEMPORAINS: UNIONE EUROPEA, UNIONE DELL’ARTE” presso Amart Gallery di BRUXELLES e  “SENTIERI DI PENSIERI. BELLEZZA E SPERIMENTAZIONE DAL ‘900 AD OGGI – DA GUTTUSO A BOETTI” presso l’Istituto Italiano di cultura a VIENNA.

Alessio Serpetti (Roma, 1975) frequenta sin da giovanissimo i Corsi di Arti Figurative diretti da Carlo Marcantonio dapprima presso l’Accademia Prenestina del Cimento, poi alla Scuola d’Arte “Casa Romana”. Dopo la Maturità artistica consegue il Diploma Accademico di Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma (votazione di 110 e lode) e, successivamente, l’abilitazione per l’insegnamento di Educazione Artistica e Disegno e Storia dell’Arte. Nel 2010 vive una significativa esperienza tra le file del Movimento Arcaista esponendo con delle Personali presentate dal noto critico d’arte Paolo Levi; dal 2012 entra a far parte della prestigiosa Accademia dei Santi Lazzaro, Ignazio di Loyola e Francesco Borgia diretta dal noto critico, storico e filosofo dell’arte Daniele Radini Tedeschi; dal 2013 espone in eventi curati o presenziati dal celebre critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi. Da diversi anni partecipa ad importanti eventi internazionali – tra cui le Biennali di Chianciano (2011), Roma (2012), Palermo (2013), Londra (2013), Barcellona (2015); la Triennale di Roma (2011); l’Artexpo di New York (2013); Spoleto Arte incontra Venezia (2014) – ed espone presso sedi museali ed istituzionali, Ville, Palazzi storici e gallerie in Italia e all’estero.
Di lui, la giornalista Elena Gollini scrive: “Alessio Serpetti esegue le opere con tecnica impeccabile, degna di un pittore di antica tradizione, con meticolosa e doviziosa raffinatezza nel tratto, con la scrupolosa attenzione di chi vuole rappresentare con lucida esattezza e precisione anche il minimo dettaglio narrativo e dare enfasi formale alle spettacolari immagini visionarie. Nei dipinti riscopre iconografie medievali e rinascimentali, simboli archetipi e miti dimenticati, in una raffigurazione che appare come la riproduzione virtuale di un lungo viaggio notturno, di uno sprofondamento in un mondo sommerso e sotterraneo, dove sopravvivono le creature e le divinità, che popolano e animano la nostra sfera onirica e fantastica.”

Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte

Via San Felice 18 – Bologna

dal 5-17 settembre 2015

dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato

Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito

www.wikiarte.com