Alma Mater, ‘una Cappella Sistina di suoni e di femminilità forte, arcaica, potente e intima’, come l’ha definita il suo ideatore Yuval Avital, ha preso il via il 7 luglio e regalerà la magia commovente dei suoi contenuti tutti i giorni fino al 29 agosto, presso la Fabbrica del Vapore di Milano. Un totale di 1200 metri quadri di spazio, luci e ombre, a metà tra installazione e performance, e 140 altoparlanti che diffondono le voci, i racconti, le nenie e i canti di nonne da tutto il mondo, mamme di mamme, archetipi di saggezza e di forza. È questo e molto altro Alma Mater, in un percorso totalizzante in cui ritrovare se stessi e dal quale ognuno può trarre esperienze diverse, per farle proprie e uniche.
Comunicato a cura di Cavalleri Comunicazione
Dall’Afghanistan alla Brianza, dallo Yemen all’Artico, le voci, così lontane e così vicine, intrecciate ai suoni della natura, creano un filo che annoda tra loro i video, le luci e le esperienze umane che convivono nello stesso spazio. Come Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, per la prima volta in torba lombarda, simbolo di equilibrio tra il mondo naturale e quello umano, o come le Merlettaie di Cantù coinvolte, che tessono con precisione e passione le opere d’arte della tradizione nazionale, o ancora Liliana Cosi e Oriella Dorella, leggendarie Ètoile della Scala di Milano, che si muovono con grazia onirica, trascendentale, in proiezioni che inneggiano alla figura della donna in una visione poetica, quasi vista dagli occhi del Petrarca.
A creare movimento, con spettacolari giochi di rifrazioni, luci e ombre, un’installazione unica di Enzo Catellani: un ‘cielo’ di quaranta dischi leggerissimi in lenta oscillazione, rivestiti in foglia oro e illuminati da micro LED di 1 Watt. Un ‘gioco bellissimo’, come lo ha definito lo stesso Enzo Catellani, ‘un’onda di luce’ che abbraccia il visitatore e lo accompagna nel suo percorso intimo.
‘La luce per eccellenza è la natura, e l’uomo cerca sempre di rincorrerla, di imitarla’ ha dichiarato Enzo Catellani ‘La logica di questi dischi d’oro è quindi quella di imitare la luce naturale del Sole, il suo calore, per dare un senso allo spazio tramite giochi di rifrazione che generano penombre magiche.
Illuminare uno spazio così ampio e allo stesso tempo così dipendente dalla luce, dalla sua intensità e dal suo calore, è stata una bella sfida. Ricreare il tepore del grembo materno pur lasciando degli spazi in ombra, per sposarsi a tutte le esperienze sensoriali, con equilibrio e sapienza, non è semplice, ma il risultato è stato bello ed emozionante. Alma Mater è un viaggio magnifico nell’arte, ma soprattutto in se stessi’.