Si inaugura sabato 20 giugno al Museo Archeologico di Amelia la mostra “Segno, colore, materia”. A confronto le opere di una quindicina di artisti presi come testimoni di una ricerca costruita intorno alla necessità di ri-sentire la pittura in tutta la sua incisività espressiva. Si passa dalla pittura materica alle diverse declinazioni degli anni successivi fino a raggiungere la purezza del segno e del colore.
Articolo di Giuseppe Massimini
La prima sezione della mostra è ospitata nella Sala Piermatteo d’Amelia. A dialogare con il grande pittore umbro della seconda metà del Quattrocento, le opere di Massimo Melloni, un’intimità interiore accesa da sinistri bagliori, di Anna Seccia, esponente della pittura aniconica e figura chiave della “Pittura connettiva e dell’arte relazionale” e di Paolo Cannucciari, un suono corale di segni intrisi di filosofia esistenzialista. La seconda sezione si articola nei due piani del museo: in Marco Diaco la forza del colore e della materia sempre luminosa; in Maria Ceccarelli la geometria delle forme graffiata da grovigli di colore; in Felixandro, la straordinaria modulazione monocromatica di intensa lievità. Pino Spagnuolo rivisita la pittura materica con un colore pastoso, intenso e squillante e Giovanna Gallo incide con un segno corposo il suo mondo onirico e fiabesco. Maria Felice Petyx trova meraviglie di trionfi materici nella ceramica raku e Fabio Santori riporta alla luce legni di riciclo fino a verificarne tutta l’incisività espressiva. Di forte impatto visivo i disegni di Vincenza Costantini in mostra anche con un lavoro in cartapesta, impastato con ritagli di giornali e le opere di Susy Senzacqua pieni di poesia visiva. Poi il canto del colore nelle sue diverse modulazioni in Antonella Pernarella; la sottile poesia del segno in Beatrice Palazzetti; la pulsione organica della materia in Anna Maria Tessaro; la luminosità del segno sempre pulsante in Rosita Sfischio. Da controcanto “Vanità velata” di Maurilio Cucinotta portavoce di visioni allegoriche e surreali e “Elevazione” di Anna Salvati inconfondibile estetica post-figurativa dell’artista. Chiude Cecilia Bossi con “Omaggio a Burri” (installazione con plastica, stoffe, tela di sacco, legno) e “Senza titolo”, una tela fitta di filamenti cromatici abilitata da vigorosi colpi di pennello. Una ripresa della pittura gestuale di buona memoria. La mostra resterà aperta fino al 5 luglio.
Museo Archeologico di Amelia
Piazza Augusto Vera – Amelia TR
20 giugno – 5 luglio 2015