Mar. Dic 3rd, 2024

Fake marble, 2015 / 2013, vesciche animali, vetro, varie dimensioni. Courtesy Galleria Fumagalli Milano e dell’artista. Foto Olimpia LalliIl Museo di Storia Naturale – Ottoneum di Kassel dal 20 giugno al 6 settembre 2015 ospita Quod paret, mostra di Chiara Lecca. La mostra nasce da un’idea di Harald Kühlborn e del Dr. Kai Füldner, col desiderio di creare una sinergia tra la contea di Kassel e l’Italia.
Patrocinata dal Museo di Storia Naturale – Ottoneum, dalla contea di Kassel e dalla Kasseler Sparkasse, è a cura di Elisabetta Pozzetti ed inaugura il 19 giugno alle ore 18. Chiara Lecca contamina e dissemina un numero cospicuo di opere capaci di dialogare con gli allestimenti permanenti del museo, in un percorso strutturato evocatore di stimoli e rimandi.

Per l’occasione è stata realizzata, all’interno del progetto Nutrimentum. L’arte alimenta l’uomo, patrocinato da Expo Milano 2015, l’opera Forma scaturita dalla collaborazione straordinaria di Chiara Lecca con Jannis Kounellis. L’opera è stata concepita in seguito ad un intenso scambio dialettico tra l’artista e il maestro sulle interconnessioni tra cibo, arte e sopravvivenza. Essa riflette sul tema Expo attingendo dal contributo scientifico di Piero Nasuelli, docente di Economia delle produzioni animali e direttore dell’azienda agraria dell’Università di Bologna. Realizzata utilizzando il formaggio Bitto, di cui il Consorzio Formaggio Bitto è sponsor tecnico, riporta l’attenzione anche sul valore sapienziale insito nella lavorazione del formaggio.

L’esposizione, consta di opere realizzate in un lasso temporale che spazia dal 2008 al 2015, permettendo una visione organica dell’evoluzione della produzione dell’artista. Dalle Moths and butterflies del 2008, ai Peli superflui del 2009, all’Ovo, Bowels del 2010, Ovogenesi e Phasianis del 2012, fino alla serie dei Fake Marble e Bigbigbubble e alle opere realizzate appositamente per la mostra tedesca.
La varietà dei materiali utilizzati è accomunata dalla medesima esigenza: rimettere in relazione l’uomo con l’elemento naturale, scardinando quei pregiudizi, spesso generati dalla paura del diverso, che ci pongono in antitesi col mondo da quale paradossalmente tutti noi veniamo.

Chiara Lecca ricompone scientemente la frattura uomo-natura mediante una crasi che non è nostalgica, passionale o di parte. La ricompone per conoscere se stessa e la propria provenienza, ricollocando l’uomo vitruviano, e pure la donna, nell’eden della contemporaneità. Sono oggetto della sua analisi le aberrazioni culturali (o pseudo-culturali) che hanno segmentato gli animali in categorie differenti, suddivisi arbitrariamente in animali da affezione, da cortile, da lavoro, da mangiare, da abbigliamento, da arredamento.
Sull’ambiguità e incoerenza degli atteggiamenti situa il cortocircuito del suo operato artistico.
La dissimulazione ci fa sentire meno in colpa verso l’uccisione dell’animale? Una cintura di pelle ci scandalizza meno di un tappeto di pelle di mucca o di una tartare di cavallo? Dove si annida l’ipocrisia del consumismo? Nel non vedere, nel non sapere?
Fin dove la distanza dalla natura ci ha resi ciechi di fronte all’ovvietà di determinati passaggi? Bere latte ci colpevolizza meno di mangiare una fiorentina? E poi il senso di colpa da dove scaturisce e perché?

L’arte può allora divenire il collante, può suturare lacerazioni ormai talmente consolidate da essere pre-concetti, può fungere da strumento di conoscenza e sensibilizzare là dove il pregiudizio annienta.
L’intendimento di Chiara è dunque antropologico, quasi filantropico: attraverso le sue opere incrina le certezze acquisite restituendo all’osservatore la libertà salvifica del dubbio.
I materiali di origine animale utilizzati simulano all’apparenza altro, divenendo sostrato di un’estetica inconsueta, ammiccante e al contempo destabilizzante e portatrice di contenuti profondi. Genera in noi lo scontrarsi e confrontarsi con la parte animale latente, che nella “civilizzata” era del progresso è frequentemente rimossa e omessa. Esalta così quanto di più istintivo, ancestrale e meraviglioso risiede proprio nel nostro essere mammiferi a due zampe.

La mostra, realizzata in collaborazione con la Provincia di Kassel, il Museo di Storia Naturale – Ottoneum, Kasseler Sparkasse, Galleria Fumagalli e Studio Chiesa, è inoltre inclusa in Nutrimentum. L’arte alimenta l’uomo (www.nutrimentum.org), progetto di Studio Chiesa patrocinato da Expo Milano 2015, con l’Università di Bologna, l’Università di Milano, l’Università di Perugia, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA), l’Istituto per i Servizi Agricolo Alimentare (ISMEA), l’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Milano, è gemellato col progetto scientifico Foodcast.

Museo di Storia Naturale – Ottoneum
Steinweg 2
34117 Kassel, Germania
19 giugno – 6 settembre 2015
Orari
Martedì – Domenica dalle 10 alle 17
Mercoledì dalle 10 alle 20
Lunedì chiuso

www.naturkundemuseum-kassel.de
www.chiaralecca.com
www.galleriafumagalli.com
www.studiochiesa.it