Vhernier, marchio italiano di alta gioielleria, sostiene il progetto Empower Shack, sviluppato dallo studio Urban Think- Tank, presso il Politecnico Federale di Zurigo, ETH-Zürich e in collaborazione con Ikhayalami NGO. La leadership del progetto è affidata all’architetto Alfredo Brillembourg, fondatore dello studio Urban Think-Tank, e dal suo socio Hubert Klumpner. Vhernier, nella convinzione che l’estetica debba essere accompagnata da una forte componente etica, supporta molti progetti legati al disagio sociale: è proprio su questa filosofia che si basa l’impegno dell’Azienda a favore di Empower Shack.
Empower Shack, realizzato con l’aiuto della ONG Ikhayalami, nasce per rispondere alle esigenze abitative delle fasce più povere della popolazione sudafricana e per migliorare la loro qualità della vita. Brillembourg ha progettato delle capanne innovative, modulari e sostenibili, volte anche a ridefinire l’urbanistica delle township (baraccopoli) alla periferia di Cape Town. In Sudafrica circa 7,5 milioni di persone vivono in 2.700 baraccopoli disseminate in un Paese che deve fare i conti con una grave carenza di abitazioni.
Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, entro il 2020 quasi 1,4 miliardi di persone vivranno in baraccopoli: appare dunque evidente come sia di primaria importanza fornire soluzioni alternative in grado di garantire condizioni di vita migliori e accesso ai servizi di base, come acqua potabile, servizi sanitari e spazi condivisi adibiti alla preparazione dei cibi.
Empower Shack oltre a migliorare le condizioni di vita nei distretti più poveri, delinea una nuova strategia di politiche abitative per il Sudafrica, mettendo a punto un innovativo schema di sviluppo urbanistico, che può essere replicato anche in altre aree.
Il progetto Empower Shack ha come obiettivo quello di garantire una vita migliore alle persone che abitano nelle aree più degradate e, per questo fine, si sviluppa sulla base di tre concetti fondamentali:
1. un sistema modulare prefabbricato, fornito con pannelli solari incorporati, incoraggia una partecipazione attiva al miglioramento delle aree urbane, promuovendo l’azione e la capacità costruttiva, favorendo la sostenibilità energetica e la riduzione dei costi;
2. una riorganizzazione dello spazio delle abitazioni su due piani consente di ricavare aree più ampie da riconvertire in cortili condivisi per proteggere maggiormente le abitazioni dal rischio di incendi. Gli spazi al piano terra possono allo stesso tempo essere sfruttati per avviare piccole imprese e attività commerciali;
3. una migliore progettazione delle unità abitative può garantire migliori condizioni di vita, una riconfigurazione del Piano Territoriale può favorire un maggiore controllo sul processo di densificazione urbana e consentire una condivisione più efficiente delle infrastrutture (incluse quelle igienico-sanitarie) oltre a poter generare, in futuro, profitti dalla produzione di energia solare.
Il design di Empower Shack è stato sviluppato dopo test eseguiti su diversi prototipi, che hanno consentito di individuare il mix ottimale tra materiali ed elementi strutturali. L’ultimo step di questa fase sperimentale è stata la costruzione in loco del primo shack, il che ha consentito di condurre dei test direttamente sul campo.
Lo spazio abitabile nel primo prototipo è già distribuito su due piani e il pavimento è sopraelevato per contrastare le inondazioni. La struttura è impermeabile, resistente al fuoco, sicura, ed è dotata di un sistema di ventilazione naturale. Ciò che contraddistingue Empower Shack, al di là degli aspetti tecnico-architettonici, e che lo rende realmente ambizioso è l’impatto a livello urbano. Empower Shack diventa parte integrante del processo di riorganizzazione del tessuto urbano contribuendo alla creazione di un ambiente sicuro e stimolante che possa essere la base per comunità più floride e sostenibili. Non si tratta semplicemente di un ripensamento della pianificazione urbana ma di agevolare un processo che modifichi i diritti di proprietà, cambi la mentalità di residenti e istituzioni e che possa creare un procedente in grado di essere replicato.
Il primo shack è stato posizionato nel distretto di Khayelitsha, uno degli agglomerati urbani alle porte di Cape Town con il più alto tasso di crescita demografica e una popolazione di circa 400mila abitanti. Per poter completare il progetto rimangono da posizionare altre 100 unità abitative in un’area che si estende su una superficie di 4 km2. Con quest’obiettivo l’architetto Alfredo Brillembourg e lo studio Urban Think-Tank hanno avviato un’attività di fundraising che li aiuti a sostenere i costi di realizzazione di ogni shack (circa 6000 €). L’obiettivo è di vedere realizzati 100 shack entro la metà del 2016.
Vhernier, da sempre impegnata in progetti legati al disagio sociale, sostiene la realizzazione dei nuovi Empower Shack tramite le vendite del ciondolo Africa: una piccola scultura da portare al collo che rappresenta il volto di tutta l’Africa e ricorda come un piccolo gesto possa fare la differenza.