Per Antonella Zazzera (Todi 1976) – tra gli artisti più originali della nuova generazione con all’attivo una intensa attività espositiva in Italia e all’estero – la luce viene prima di ogni altra cosa. Prima del colore, della materia, della forma. E’ il fulcro, il cuore pulsante della sua ricerca. Quella luce che nel corso dei secoli ha “ossessionato” intere generazioni di artisti: da Giotto a Michelangelo, da Caravaggio a Lucio Fontana, fino a Piero Dorazio ed Enrico Castellani. Le sue sculture si nutrono di luce. “La luce ha generato le mie forme. Nate dalla luce è giusto che tornino alla luce e che grazie ad essa vivano”, afferma con convinzione l’artista.
“La luce plasma le superfici, le rende vibranti e leggere, ne esalta la purezza ed il cromatismo. Si insinua tra un filo di rame e l’altro, rende vive le mie forme non forme, le definisce, le determina e al tempo stesso le rende vaghe. Vedo i miei lavori – sottolinea – come una macchina del tempo. Si modificano con il passare delle ore del giorno: toni chiari grazie alla luce del mattino, abbaglianti, quasi accecanti, a mezzogiorno e via più spenti la sera; naturalmente, inevitabilmente”.
“La possibilità di accesso alle opere di Antonella Zazzera – spiega il curatore della mostra Federico Sardella – può avvenire grazie all’individuazione ed al riconoscimento delle strutture sulle quali il suo fare si fonda e che, come da titolo della mostra e della pubblicazione che l’accompagna, sono ritmo, segno, luce. Elementi semplici ma basilari, che grazie al lavoro dell’artista diventano protagonisti indiscussi di un procedere armonico e di un metodo che ha reso riconoscibile ed unico il lavoro di Antonella Zazzera, artista non ancora quarantenne le cui opere negli ultimi anni sono state mostrate in numerose gallerie private e in contesti di grande prestigio, in Italia e all’estero. Grazie all’invito di Arnaldo Pomodoro, nel settembre 2014 espone una scultura in rame di grandi dimensioni negli spazi del Frederik Maijer Gardens & Sculpture Park a Grand Rapids (Michigan), che ospita una collezione permanente all’aperto con opere dei maggiori autori contemporanei”.
Per la mostra l’artista propone una serie di lavori recenti, realizzati fra il 2014 ed il 2015, appartenenti a diverse tipologie: Armonici, Naturalia e Carte/Scultura, accomunati da una evidente centralità della luce finalizzata alla definizione dello spazio e della forma, proprio là dove ritmo e segno determinano andamenti morbidi, flessuosi, riconducibili a forme naturali, a misura d’uomo, fatte di punti, linee e superficie, arricchite da ostinate ritmiche, infiniti segni, bagliori invincibili.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione con un saggio critico di Federico Sardella (edizioni Quaderni PAePA).
Spazio PAePA
Via Alberto Mario 26/b, Milano
20 aprile/6 giugno 2015
Orari apertura: lun. – ven. 10,00 / 12,30 – 15,30 / 19,00 – sabato su appuntamento