Gio. Nov 21st, 2024

internet_keyboard-100042718-orig-590x390Il 9 novembre 2010 nasceva “Il Pensiero Artistico”, un magazine totalmente web-based che seguiva i trend di sviluppo dell’attività giornalistica già in corso nelle aree anglosassoni, ma che in Italia allora erano qualcosa di indefinito, poco conosciuto, tuttora da molti visti come una involuzione della pratica giornalistica che nacque sulla carta e così dovrebbe continuare, senza confondersi con quel mondo di mezzo che è il web, a metà strada tra la scrittura e l’oralità.

Anche oggi l’Italia e l’area europea in generale restano un po’ indietro in tutti i settori dell’informazione, non tanto per la mancanza di segnali o conoscenza, quanto piuttosto per un marcato sentimento generale conservatore che fatica ad immaginare un mondo in evoluzione. In Italia solo da poco tempo si organizzano seminari per capire cosa sia questa editoria online e come gestirla. Spesso ancora si confonde il giornalismo online con i blog (web-log) ovvero i “diari in rete”, cosa assai deleteria. Deleteria perché un blog è una pagina web gestita da chiunque, senza alcuna sicurezza sulla veridicità delle notizie contenute e, soprattutto, senza alcuna necessità di rispettare una deontologia professionale e senza alcuna responsabilità redazionale, che non sia quella civile che appartiene a qualsiasi cittadino nel caso insulti o infami altri. Il giornalismo online è invece fatto da giornalisti che hanno l’obbligo di controllare le fonti, con a capo un Direttore che si prende tutta la responsabilità se qualcosa non va per il verso giusto e un Editore che tiene in piedi economicamente l’impresa. C’è una registrazione presso il Tribunale e ci sono recapiti ben rintracciabili. La distanza tra un giornale online e un blog è siderale. Formalmente da una parte abbiamo dei professionisti che lavorano, dall’altra le chiacchiere da bar sport. Nella realtà a volte purtroppo può accadere il contrario. Non tutti sono all’altezza del ruolo che ricoprono.

I tempi cambiano e ormai l’industria della carta stampata è un investimento fallimentare che sta in piedi solo se sostenuta da grandi gruppi industriali che così possono veicolare parte della propria informazione. D’altra parte credo che nessuno possa immaginare di tenere in piedi dei grandi quotidiani con gli spiccioli che arrivano da quei reperti ottocenteschi che sono le edicole. Addirittura in Italia è stata necessaria una legge faticosa per potere vendere i giornali fuori dalle edicole, neppure si trattasse di vendere pezzi di antiquariato. Ma forse è così. Gli introiti arrivano dalla pubblicità ospitata dai giornali, ma anche quella è in calo, come i lettori. Nello stesso tempo aumenta la pubblicità online che resta su cifre inferiori a quella stampata, ma contemporaneamente deve coprire minori costi di gestione. Sono molte le persone che non acquistano più i quotidiani ma accendono il proprio smartphone o il computer e guardano cosa succede attorno a loro, nel resto del mondo.

L’informazione è diventata un luccichio pulsante osservabile da svariati punti di vista, che sia il giornale, la radio, la TV, il PC, il MAC, lo smartphone, lo smartwatch. L’informazione digitale ci dà la possibilità, per la prima volta nella storia dell’Umanità, di vedere contemporaneamente tutto il Pianeta, di poterlo osservare girandolo e rigirandolo tra le nostre mani. Abbiamo reso reale la sfera di cristallo. Osserviamo bellezze ed efferatezze della Natura e dell’Umanità come fossimo alla finestra sul mercato sotto casa. Tutto questo in tempo reale. Sappiamo dell’eruzione di un vulcano alle Hawaii, della guerra tribale in Africa, guardiamo la nevicata a New York, ci stupisce una Cina più moderna di noi, ci infervoriamo per l’ennesimo atroce delitto capitato tra le mura domestiche, ci accorgiamo dei cuccioli abbandonati nei canili, leggiamo i tweet spesso farneticanti dei nostri politici e ci facciamo gli affari degli altri su FB, sperando che qualcuno si faccia pure i nostri. Mal comune mezzo gaudio. Tutto questo non è più solo la carta stampata, tutto questo è un immenso network di giornali, radio, tv, pc, mac, smartphone, smartwatch senza un’Autorità che li organizzi o li controlli. Tutto questo è l’essenza della Libertà, fatta di curiosità, idee nuove, istinto, trasformazione. Credere che l’informazione si possa cristallizzare su un foglio di carta è l’illusione di chi non accetta di vivere il Presente, di chi crede che il Passato non possa mai passare, di chi non vuole più vivere se non in un eterno piccolo mondo antico.

Il magazine “Il Pensiero Artistico” è una di queste luci, una piccola luce nel cielo dell’informazione. In questi anni abbiamo costruito con pazienza, dal nulla, un network locale web e social, con una pagina istituzionale affiancata dai canali FB e Twitter, dedicato alle gallerie d’arte, agli artisti, agli eventi artistici, alle performance, agli spettacoli, ai concorsi, alle fiere, all’architettura, al design e naturalmente all’attualità. Da una pagina statica di informazione siamo ora arrivati ad una pagina dinamica con grafica per tutti i device, che siano computer o mobili, su una piattaforma più potente e facilmente scalabile rispetto alla precedente. Per questo abbiamo deciso di migrare dal dominio .eu al dominio .net che è il luogo più intuitivo per questo tipo di impresa editoriale. La grafica attuale permette di esprimere meglio la natura dinamica del Magazine integrandosi, per proporzioni e colori, nel migliore dei modi con le interfacce attualmente sul mercato. Un sistema di backup giornaliero automatico dei dati su clou aumenta la sicurezza dei dati contenuti nel Magazine.

Nei prossimi mesi verrà ulteriormente sviluppata la Redazione e si apriranno, in via sperimentale, alcuni articoli ai commenti dei lettori, a partire da questo editoriale. Ringrazio tutte le gallerie, gli artisti, gli uffici stampa ed i lettori per averci seguito e fatto crescere. Questo aggiornamento è stato pensato per voi, per darvi un servizio di qualità, sempre al passo con i cambiamenti e per continuare a crescere tutti assieme, noi fornendovi informazione e visibilità, voi facendo crescere le vostre imprese e il vostro lavoro. Grazie a tutti. Stefano Boninsegna.

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