Gio. Nov 21st, 2024

Abbiamo la possibilità di incontrare, lungo il nostro cammino, artisti che ci ricordano quanto un ritorno alla natura sia necessario. Per questo, come monito, decidono di raffigurarla così come l’abbiamo malamente alterata. È il caso di Vittorio Buratti, pittore che trasmette un messaggio trasversale a proposito dell’ambiente che ci circonda: ne siamo inequivocabilmente dimentichi.

Testo critico a cura di Alice Gatti

 

Nei suoi lavori prende forma la visione di una società sofferente e schiava dell’era industriale, che non ha cura del suo habitat, sia a livello locale che globale. L’artista quindi ci pone, attraverso le sue opere, una domanda molto semplice: l’uomo è condannato a vivere passivamente in questa giungla d’asfalto o ha la possibilità di migliorare il proprio stile di vita, agendo in maniera positiva sul paesaggio? Certo, non sarà forse mai possibile, come auspicava Rosseau, compiere un pieno ritorno alla natura e abbandonare tutti quei comportamenti artificiosi non propri dell’uomo, ma è certamente necessario riflettere su questa tematica. Friedrich e Turner, due tra i più grandi maestri della raffigurazione paesaggistica, vedevano in essa un mezzo per ricongiungersi a sé stessi e all’opera divina. Buratti condivide questo sentire, ma non può rappresentare l’ambiente in un contesto armonioso. Per questo lo rielabora bidimensionalmente, con soluzioni cromatiche decise: quello scenario selvaggio e inglobante, proprio di un tempo, non è più vero agli occhi di chi osserva. Inserisce gli arbusti su sfondi monocromatici, a volte rossi, come il colore dell’aria surriscaldatasi per le esalazioni inquinanti, altre blu e gelidi, quasi nervini. I soggetti sono sottili ma resistenti pioppi – quasi sospesi – e boschi feriti, perché in scatola, mozzati. Ecco la realtà quotidiana: foreste e spazi verdi che vanno riducendosi, soffocati dall’atmosfera e soppiantati dal cemento, mentre la società non lo nota. Come farlo presente, dunque, se non attraverso l’iperrealismo di un bosco in scatola? Eppure, le sue opere racchiudono sentimenti nostalgici, non arresi. I Ritmi ci percuotono dentro, sono onde vibratili, trasmissione di coscienza ecologica e, anche, di speranza. Ci chiedono fermamente di riflettere e di migliorare l’ambiente che ci circonda. È vero, le ore scorrono inesorabilmente, impedendoci di comprendere l’armonia naturale, ma Buratti ci invita con forza a provare, perlomeno, a reagire. L’autenticità del suo messaggio, infine, è resa anche dalla scelta dei componenti utilizzati: cassette in legno riciclate, oli e acrilici su tela, nessun materiale industriale, come gommapiuma, plexiglass o plastica. Ci portiamo veramente un pezzetto di bosco in casa: Buratti non spettacolarizza o tradisce la natura ma, in qualità di uomo e artista, ne fa orgogliosamente parte, facendocene un dono prezioso.

 

SPACEINTERIORS

Via di Corticella 205, Bologna

Orari: dal martedì al sabato: 9.30/12.30 – 15.00/19.00

il mercoledì orario continuato 9.30/19.00

www.spaceinteriors.it

www.giobur.it

Titolo: “RITMI NELLA NATURA”

Date: 24 GENNAIO / 28 MARZO 2015

Vernice: 24 gennaio dalle ore 19.30

Mostra inserita nel programma ART CITY WHITE NIGHT – Arte Fiera 2015 Bologna.