Si va dalla pittura astratta e informale fino ad una figurazione neo-impressionista. Il Museo Archeologico di Amelia ancora una volta apre i suoi spazi all’arte contemporanea. “Invasioni di campo. Un percorso tra archeologia e arte contemporanea” è il titolo della mostra, aperta dal 28 giugno al 13 luglio (dalle ore 10.30 alle ore 13.30 e dalle ore 16.00 alle 19.00, lunedì chiuso).
Articolo di Giuseppe Massimini
Una quindicina di artisti di diverse generazioni e scelte espressive propongono una riflessione sulla ricerca artista italiana e le sue diverse sfaccettature. Il percorso espositivo si snoda in due sezioni e colloca le opere, tra i preziosi reperti del Museo, considerato sempre più come uno spazio permanentemente aperto a sollecitazioni esterne. Si inizia nella Sala di Piermatteo d’Amelia. A dialogare con questo grande pittore umbro del Rinascimento le opere di Nuccia Amato Mocchi, una pittura segnica e altamente simbolica.
La mostra prosegue al primo piano del Museo. Paolo Cannucciari si sofferma con un simbolismo evocativo e lirico su un mondo naturale e psichico; Stefano Sorrentino recupera, con una tratto elegante, antichi manoscritti; Angela Scappaticci rilegge e risemina i passi della pittura materica. Di lettura diversa le opere di Gelsomina Rasetta, lavorate con impasti di colori e sovrapposizioni di foglie dipinte in oro e i quadri di Franca Buscaglia, una colonna sonora di vibrazioni cromatiche. A coinvolgere ulteriormente i visitatori uno dei dipinti di Antonella Pernarella, “Arcobaleno”, dal segno nitido e dai colori accesi e le tele di Maria Ceccarelli, in arte Mac, focalizzate sulle potenzialità espressive del segno-colore. Da controcanto i nudi femminili di Giovanna Gallo, replicati più volte con colori diversi, e i “Cieli” di Susy Senzacqua, una rielaborazione fotografica di forte impatto visivo.
Si continua il percorso con i collages di Cristina Messora, modulati nel colore e illuminati da giochi di luce e con l’installazione di Cecilia Bossi, che approfondisce il delicato rapporto tra arte classica a arte contemporanea. A rafforzare questo dialogo tra antico e moderno le sculture in ceramica raku di Maria Felice Petyx, modellate in pose diverse e raccolte nella loro intimità, le terracotte di Vincenza Costantini che sfuggono alla piattezza della rappresentazione realistica e i bassorilievi decorati di Anna Salvati, tessuti con una straordinaria qualità pittorica. A segnare il percorso espositivo le sculture di Massimo Melloni: una forza arcaica piena di assonanze e dissonanze tra pittura e scultura.