Il 27 – 28 – 29 giugno 2014 Mondrian Suite Contemporaryartspace presenta Mother-Rythm / video, reliquie, performance di Francesca Fini a cura di Lori Adragna. Il progetto trae origine da una riflessione sul rapporto tra l’artista e sua madre “due donne forti, dai caratteri assolutamente opposti, destinate a ferirsi reciprocamente senza saperlo”, afferma la stessa Fini.
Con un linguaggio sperimentale che mescola documentario di creazione, manipolazione di materiale di repertorio e performance art, l’idea si è andata sviluppando come un diario aperto che ha assemblato nel corso del tempo, materiali eterogenei: video, interventi performativi, elaborazioni digitali, testi, manufatti, installazioni. Punto di partenza un trolley zeppo di fotografie. Qui, conservate come reliquie, foto/testimonianze che la madre dell’artista ha raccolto – e continua compulsivamente a raccogliere – insieme con la storia della famiglia e che l’autrice ha paragonato al suo patrimonio: poche decine di immagini di vita privata, nulla che riguardi la sfera personale; ma d’altra parte, l’ossessione quasi maniacale nell’archiviare materiali che appartengono al proprio lavoro. Ecco allora che tra le due s’innesca una possibile chiave di contatto nel territorio quasi sacrale della catalogazione, smorzando contrasti, producendo inediti rimandi e connessioni.
L’artista ha concepito il progetto, come un cammino dentro e fuori sé stessa, dove l’interrogarsi sulla madre reale – fatta di carne e ossa – utilizzando gli strumenti dell’arte, significa guardare senza timore di destrutturarsi, quella interna – peraltro non meno reale – integrandone le ambivalenze. Il percorso si dipana dal video nella prima sala della galleria a partire dal simbolico pasto con le uova d’oro.
Ogni tappa successiva serve a sviscerare una sorta di ‘tema del materno’ enunciato nel video. Come l’installazione interattiva nel corridoio: strisce di carta bianca appese al soffitto con su scritte le “maledizioni” trasmesse da madre in figlia. Nella sala grande tre videoinstallazioni, oggetti performativi utilizzati nel video, come la macchina da scrivere con i chiodi al posto dei tasti, un pezzo di torta con l’immagine del sorriso materno, sbocconcellato e congelato su un piatto, la maschera utilizzata all’inizio della performance come in un rituale psicomagico. Ognuno degli oggetti riverbera vissuti personali, ma al tempo stesso, immagini archetipiche interiori legate al doppio, al femminile dell’inconscio protettivo/divorante.
In fondo alla sala, un’installazione realizzata con le foto originali della famiglia, che ne compongono l’albero genealogico. La storia familiare, per certi versi, assume i toni della fiaba domestica ed è affidata alla manipolazione digitale delle vecchie immagini. Una rielaborazione creativa, che, dal linguaggio documentaristico si trasferisce nel reame della videoarte diventando espressione. Così i meccanismi del documentario sono disinnescati dal surrealismo videoperformativo e l’autrice trova il modo di avvicinarsi alla madre intrufolandosi nelle sue vecchie fotografie, accompagnandola nelle diverse età della sua vita. È un cortocircuito in cui spazio e tempo collassano, in cui MOTHER pronunciato al contrario ha lo stesso suono di RYTHM (ritmo).
Stili e modalità diverse di racconto si sovrappongono e si compenetrano in un viaggio in cui il tempo si flette fino a fare incontrare le due donne in una dimensione a-storica ma piena di senso, “perché è in questo incontro impossibile – scrive l’artista – che si raggiunge il senso della mia vita profondamente segnata da questo confronto”.
La performance prevista alle ore 20.00, rappresenta un invito a partecipare a questo viaggio e riserva un intervento “a sorpresa”. Come in tutte le azioni performative, è chiara solo l’intenzione mentre il risultato sarà del tutto imprevedibile.
Madri e figlie sono le benvenute e saranno omaggiate di un piccolo dono.
Sito web
http://mother-rythm.tumblr.com/
Francesca Fini
Mondrian Suite Contemporaryartspace
Via dei Piceni 39/41/43 Roma