Trieste è una città di confine. La sua storia è ricca di influenze mitteleuropee e nei tratti dei suoi cittadini si riconoscono le eredità austro-ungariche e slave. La città si dipana con maestosa eleganza fra il suo golfo e le alture del Carso e sembra proprio una piccola Vienna che si bagna nell’Adriatico. I suoi palazzi sono eclettici: si passa in un attimo dal liberty al neoclassicismo, dal razionalismo fascista al gusto neobizantino della chiesa serbo-ortodossa.
Di Davide Fustini
Nel cuore del centro fanno capolino i considerevoli resti della romana Tergeste e le poderose costruzioni medievali del Duomo di San Giusto e del Castello, ma ci si perde anche nel dedalo misterioso dell’antico ghetto ebraico.
E’ una città bellissima e forse ancora più affascinante per il fatto di essere spesso dimenticata e trascurata dai media italiani, che la citano quasi solamente nei bollettini meteorologici quando è tempo di bora: il fortissimo vento siberiano che si incunea nelle gole carsiche e si abbatte sulla città giuliana.
In una città come Trieste, c’è anche un museo che prende il nome dalla sontuosa dimora di un curioso imprenditore di metà Ottocento, Pasquale Revoltella. Il suo palazzo è ancora là, con le sue stanze ricche di sculture, mobili di pregio, libri e stampe raffinati. Con il biglietto di ingresso si ammirano i piani di quella che fu la sua casa, e quando ci si potrebbe ritenere già soddisfatti della visita, si viene catapultati nelle sale del palazzo attiguo in cui è stata ricreata una raccolta di arte che va dal Settecento al Novecento e che raccoglie delle opere che starebbero bene in qualunque museo delle capitali europee. Non è questione di nomi famosi, che pure ci sono (fra i tanti ricordo Fattori, Dudovic, Vedova, Burri, Guttuso), ma è proprio questione di quantità complessiva, qualità, omogeneità.
Un museo bellissimo, che in ultimo regala al visitatore anche un terrazzo panoramico sull’intero golfo triestino. Un museo che in una domenica di maggio ospitava in tutto una decina di visitatori, per la metà stranieri. Un museo che se fosse in Francia o in Austria avrebbe centinaia, migliaia di biglietti staccati al giorno.
L’Italia è una nazione bellissima, ce lo diciamo sempre, ma continuiamo a non sfruttare le tante potenzialità che ci offre. E noi stessi, vittime delle mode e delle pubblicità martellanti, visitiamo mostre mediocri stracolme di gente e ignoriamo troppo spesso i molti gioielli nascosti delle nostre città.
Fate un giro a Trieste, e andate a riscoprire questo magnifico museo!