Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde. (Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, 1910).
Quando si pensa a una galleria d’arte, risulta inevitabile che la mente vaghi fino a imbattersi nel colore. Per quanto si tenti di concepire uno spazio vuoto, per quanto le pareti possano essere bianche o spaziose, non si riuscirà certamente a fare a meno di immaginarle coperte di opere dalle più svariate tonalità. L’esperimento, riuscito, messo in atto dalla galleria Wikiarte, ha assunto le caratteristiche di una consolidata realtà culturale che vuole e può esercitare un influsso diretto sulla società che lo circonda, così come il colore inevitabilmente suscita un guizzo emotivo in chi osserva. Le teorie sul colore hanno da sempre trovato spazio nelle elucubrazioni degli intellettuali e nelle pagine di testi celebri: Newton fu il primo, nel 1676, a dimostrare sperimentalmente come la luce bianca del sole possa essere scomposta nei colori dello spettro servendosi di un prisma triangolare, ma già da prima gli artisti si erano interrogati sull’importanza della luce e avevano imparato a utilizzarla per far risaltare i diversi tipi di superficie, ottenendo atmosfere suggestive e sbalzi tonali di grande effetto. D’altra parte, lo studio della luce è stato ampiamente approfondito nei trattati di medici, filosofi, artisti, letterati di tutti i tempi, da Ghiberti a Kandinsky passando attraverso Goethe, senza tuttavia lasciare indifferente nessuno di coloro che abbiano avuto e abbiano a che fare con l’arte. Dall’experimentum crucis di Newton, lo studio della luce viene inscindibilmente unito a quello del colore, unendo l’interesse di scienziati e filosofi. L’artista, che operava e opera a diretto contatto con la materia, aveva e ha il compito difficile di estrinsecarne le potenzialità, processo in cui la rifrazione della luce detiene un ruolo spesso fondamentale. Dalla pratica bizantina del mosaico, in cui le tessere colorate venivano accostate in modo apparentemente irregolare per permettere alla luce di riflettersi secondo inclinazioni diverse (aumentando la luminosità complessiva della maestosa opera una volta terminata), al sapiente uso dello sfumato di Leonardo, secondo il quale “il troppo lume fa crudo”, si assiste nella storia dell’arte a una serie di incessanti e rigorosi esperimenti in cui la luce viene filtrata, dosata, studiata e analizzata per permettere a tutti lo stesso identico risultato: emozionare lo spettatore. Così Caravaggio lasciò attoniti i suoi contemporanei al pari di noi oggi, trasfigurando l’ambiente reale attraverso una luce esterna e divina, e Rembrandt indagò profondamente come la modificazione della luce possa definire un soggetto anche dal punto di vista psicologico, andando oltre la semplice forma. Non meno importanti furono la luce e le sue infinite declinazioni per gli Impressionisti, tesi verso la ricerca dei segreti della luce naturale, da rilevare en plein air, così come per Puntinisti, Divisionisti e Macchiaioli. Senza arrivare a citare l’ovvia importanza della luce per lo sviluppo dell’arte fotografica, o come la simbologia della sua scomposizione venga richiamata addirittura in ambito musicale dalla copertina del noto album dei Pink Floyd, Dark side of the Moon, basterà evidenziare come, nei secoli, la luce venga utilizzata come un mezzo espressivo vero e proprio, che esalti e amplifichi il valore del colore. Con un ruolo idealmente simile a quello svolto dal prisma di Newton, mi piace pensare che la galleria Wikiarte, canalizzando l’amore per l’arte e consentendogli di trasformarsi in opere che rivelino le caratteristiche dei singoli, permetta il rivelarsi di nuovi linguaggi e nuove personalità artistiche che, pur muovendosi liberamente nel mondo della forma e del colore, risultino tuttavia inserite in un unico coerente contesto artistico. Ciò che se ne ricava, come evidenziato da questo volume, è un panorama variegato e significativo, guidato da un unico fil rouge, che è l’urgenza dell’arte in quanto tale. E se le tessere di questo variegato mosaico sembrano non essere a volte perfettamente allineate le une con le altre, le ragioni vanno ricercate, al pari di quelle delle antiche maestranze bizantine, nel metodo e nelle norme che permettono il risultato finale, un mosaico lucente in cui i colori sembrano vibrare più intensamente di quanto ci sembrerebbe possibile. (Francesca Bogliolo)
ARTISTI IN MOSTRA
Sauro Benassi – Stefano Bettini – Margherita Calzoni – Angelo Conte
Fabio Dall’Olio – Giuseppe Dente – Mario Esposito – Antonella Falcioni
Feofeo – Lucia Fiaschi – Ruth Helena Fischer – Rubens Fogacci – Enzo Forgione
Gian Luca Galavotti – Filippo Guicciardi – Il Petroniano – Angelo Mancino
Stefano Manzotti – Luisa Modoni – Dina Montesu – Milton Morales
Ronak Moshiri – Yajaira M. Pirela – Marco Randazzo – Massimo Renzi
Susanna Seilkopf – Sirenes – Glenda Tinti – Roberto Tomba – Luca Tridente
PALAZZO ODDO
In Via Roma,58 – Albenga ( Savona )
Sito: www.wikiarte.com
Sito: www.palazzooddo.it