Maria Carletti ha esposto due lavori nel Principato di Monaco per il contesto del “Premio Gala de l’Art 2014”, kermesse giunta quest’anno alla sua terza edizione. Le tele, chicche inedite di una produzione più ultima, insieme a quelle di un ristretto gruppo di artisti tutti rigorosamente italiani per un’arte d’esportazione, sono state ospitate dal celeberrimo “de Paris”, hotel tra i più stilosi della Costa Azzurra, contenitore gigante di dialogo culturale, ponte di osmosi intellettuale – artistica, bivio metropolitano del jet set internazionale. Nell’organizzazione uno staff che pesa composto dalla “Iori Casa d’Aste” di Piacenza in alacre collaborazione con due partner quali la “Globartinvestment” e “Artepremium”.
Comunicato a cura di Ilaria Pettinelli
La Pittrice in questo contesto ha proposto due linee di pensiero ben distinte. Da un lato una scena must della classicità venata da una interpretazione moderna, non solo inerente l’esecuzione pittorica ma anche per i soggetti rappresentati che animati da toelette ordinate, contrastano l’ambientazione alleggerendo una scena di duro lavoro con l’idea quasi bizzarra di una passeggiata in carrozza. Un’immagine da cui trarre il gusto illustrativo di uno spaccato di storia. (“Potenza Animale e Forza Umana”, Olio.)
Accanto, una scena materica – concettuale fa leva su una particolare forza inventiva, e della tecnica esecutiva e del messaggio a cui l’opera è legata. (“I Magnifici Colori della Razza Umana”, Assemblaggio Polimaterico con Cucitura su Tela.)
Clamorosa esclusiva della produzione complessiva della Carletti è tuttavia reperibile anche all’interno di una collana di opere unite da uno scopo argomentativo di più ampio respiro, dove l’artista declina una personale “Politica del Sogno Mitico” particolarmente interessante, della quale si anticipa ai più curiosi il generale approccio attraverso la descrizione di una tela scelta per l’occasione.
Opera ” Il Taylorismo della Chiarezza”, Assemblaggio Polimaterico con Raddoppiamento di Cucitura su tela:
“Il Fenomeno attraversato dalla Pittrice nella sua “Il Taylorismo della Chiarezza” implica uno spostamento o meglio, un vero e proprio trasloco in una dimensione altra. Poggiate le valigie a terra si scopre uno scenario di indicibile sensazione di eleganza accogliente, consolatoria, massimamente distensiva; Penombra oro che emana una luce soffusamente illuminante ci accoglie e ci prende con sé. Il presupposto di Chiarezza è il fondamento di quella verità ultima, fine e scopo di ricerca terrestre, abbiccì da cui poter far scaturire benessere interiore e letizia gentile. Ma cos’è la “Chiarezza” o “Paradiso” della Carletti? Forse “La Promessa”, quella sociale che tutti ci prospettano da sempre. Un codice culturale immesso aprioristicamente in noi proprio sin da quel pianto con cui annunciamo di esser venuti al mondo. E’ l’orizzonte del visibile dall’osservazione del quale apprendiamo che al di là c’è un segreto. Qualcosa che esiste meramente in potenza e che non si materializzerà mai nella vita di un uomo; una sorta di addizionale che infonde coraggio e che affranca noi da noi stessi rinnovandoci il messaggio che esistiamo, perché la vita invisibilmente giorno dopo giorno ti affossa. Provocazioni della fantasia, suggestioni della mente intervallano la consapevolezza di una fine scritta. La sospensione emotiva, di matrice mitica è assoluta e l’io, intriso nel ruolo, è coinvolto in quella contemplazione troppo profonda che immerge il pensiero e stringe l’anima. La Chiarezza avanza con ritorno metodico per essere unica protagonista sulla scena mentre l’immane lavoro artigianale derivato dalle cuciture fa dell’Artista quella surfista su onda anomala che sfida le insidie del telaio”. (I.P.)
Maria Carletti fa attualmente parte del Centro Studi di Storia dell’Arte della rinomata Accademia di San Lazzaro di Roma diretta dal Dott. Danile Radini Tedeschi e dalla Dott.ssa Stefania Pieralice ed è presente online all’indirizzo mariacarletti.com.